LEE MILLER di Ellen Kuras, 2025

(Foto privata)

Lee Miller (K.Winslet) è una donna libera che vive in modo anticonformista. Modella di successo a New York si trasferisce a Parigi. Compagna e Musa di Man Ray diviene un’affermata fotografa. Allo scoppio della II Guerra Mondiale, spinta dal gusto per l’avventura e dal proprio codice etico dell’impegno, nonostante i pregiudizi, riesce a essere una delle prime corrispondenti di guerra…

La regista avrebbe dovuto avere tutto il coraggio, l’intraprendenza e la passione della vera Lee Miller per riuscire a raccontare in modo autentico e coinvolgente la sua storia. A maggior ragione avendo a disposizione anche un’attrice come la Winslet che con realismo, fisicità, somiglianza e bravura poteva incarnare il talento e la determinazione di una delle più coraggiose reporter di guerra e grande fotografa del XX secolo. In tal modo sì che avrebbe potuto dare la giusta profondità narrativa, la tensione emotiva e la passione per coinvolgere a fondo gli spettatori. Sarebbe riuscita a fare il giusto ritratto con luci e ombre di un’epoca e di una donna testimone volontaria, con i suoi scatti, della Storia. E avrebbe reso un omaggio vero e sentito al talento di una personalità complessa che con le sue foto iconiche ha cambiato il nostro modo di vedere il Mondo. Peccato!

La Kuras ha scelto invece di realizzare un biopic distaccato, formalmente molto classico, convenzionale e documentaristico, a metà strada fra un ritratto intimo e un affresco bellico.

Lee Miller infatti parte dallo spunto più che tradizionale di un’intervista in cui, in un’alternanza narrativa fra Passato e Presente, la protagonista racconta la sua vita in Europa prima e durante la guerra. Le sue “battaglie” per superare convenzioni e pregiudizi e riuscire a essere reporter dal Fronte. La sua testimonianza diretta dei combattimenti, della liberazione della Francia e di Parigi, dell’avanzata in Germania e delle atrocità e orrori dei campi di sterminio. Con un ruolo cucito su misura la Winslet porta il film sulle sue spalle e incarna con efficacia la rabbia e l’empatia del suo personaggio. La circonda uno stuolo di buoni secondi ruoli. Anche se la regista cerca di evitare i luoghi comuni, la messa in scena, il montaggio e il ritmo restano formali e dimostrativi, quasi distanti. Il film non esce quindi da una rappresentazione accademica e convenzionale che non innova il genere e nemmeno ci prova. Le emozioni, il soffio etico e le passioni sono troppo contenute. In sintesi, Lee Miller è un lavoro discreto, ben documentato e diretto in modo lineare ma nulla più di un compito ben eseguito anche se ben interpretato.

data di pubblicazione:15/03/2025


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