La fantascienza incontra la commedia romantica d’ufficio sotto una pioggia di ironia. Per chi è un amante delle serie coreane, Le stelle parlano di noi è assolutamente da seguire. I tempi di produzione lunghissimi, dovuti alla minuziosa ricostruzione virtuale di una stazione spaziale e la complicata regia per i movimenti nel vuoto degli attori, l’hanno fatta diventare una delle serie più attese degli ultimi tre anni. Per non parlare di un cast superlativo: Lee Minho, Gong Hyo-jin e l’eclettico Oh Jung, che qualcuno ricorderà nel ruolo del fratello artista-strambo in It’s Okay to not be Okay.
Finalmente il 4 e il 5 gennaio sono usciti i primi due episodi di una delle serie coreane più attese degli ultimi anni, When the stars gossip (in originale: 별들에게 물어봐). I 16 episodi, format classico di ogni K-Drama contemporaneo che si rispetti, sono un ulteriore motivo per aspettare il fine settimana. Per adesso la trama converge fantascienza, commedia e office romance con un cast stellare. Nei primi episodi vediamo un turista siderale, il ginecologo Gong Ryong impersonato da uno dei migliori attori sudcoreani, Minho Lee, prendere il lancio in navetta verso la stazione spaziale della Corea del sud. Al commando della missione è il capitano Eve Kim (Gong Hyo-jin), astronauta sudcoreana e zoologa, che porta avanti sulla stazione il suo esperimento di topi nello spazio. Ma Gong Ryong, che falsamente viene preso come multimilionario, in verità ha intrapreso il viaggio per aiutare la sua futura cognata, moglie del fratello defunto della sua fidanzata Choi Go-eu, una cosiddetta chaebol, come vengono definiti gli eredi di magnati dell’industria sudcoreana. Gong Ryong ha portato nascosti in un contenitore di gelati – sono regali per la crew già presente nella stazione spaziale – degli ovuli per portare a termine, si spera con successo, una fecondazione in vitro con gli spermatozoi del (futuro) cognato defunto. Sterili sulla terra, ma di nuovo fecondi grazie alle condizioni atmosferiche nello spazio.
L’arrivo dentro la stazione viene ritardato di 20 minuti da Eve Kim per assistere a una spassosa scena dell’accoppiamento di due moscerini di frutta trasportati per sbaglio dalla terra. Un atto assolutamente privo di significato sulla superfice terrestre, ma una sfida miracolosa alle leggi di gravità nello spazio. I dialoghi della serie sono brillanti, il cast di supporto nella centrale terrena e famigliare dei protagonisti altrettanto. Attendiamo con trepidazione le prossime puntate che usciranno fino a metà febbraio ogni sabato e domenica. Vedremo come si svilupperà l’attrazione tra Gong Ryong e Eve Kim, ma anche le altre sottotrame. E ovviamente l’esito della fecondazione in vitro.
In attesa di vedere in onda tutte le puntate, segnaliamo un’altra serie di qualche tempo fa, pietra miliare – un “classico” in termini di K-Drama – sempre con Lee Minho protagonista. Si tratta di una delle serie più di successo in Corea del Sud dal titolo Inheritors (Eredi), o anche Heirs, del 2013 in 20 puntate. Un melodramma teen: lui, Kim Tan, un chaebol illegittimo, lei, Cha Eun-sang (Park Shin-hye) figlia della governante. Come sfondo un liceo privato per super ricchi, heirs appunto.
La serie è talmente conosciuta che la citazione È possibile che tu mi piaccia? della terza puntata ha in coreano ormai la valenza di un detto.
data di pubblicazione:11/01/2025
Confesso che non privilegio le Serie ma, incuriosito dall’insolita recensione, l’ho “sbirciata”con un pò di scetticismo… e ho poi visto tutto d’un fiato le prime due puntate. Ebbene, chapeau!
“Le stelle parlano di noi” è un abile mix di humour, serietà, ovvietà e clichè sfiorati senza farsene catturare, ben armonizzato in tempi, ritmi, effetti e dinamiche cinematografiche.
Infrange le regole e si reinventa uno stile tutto particolare. Coinvolgente e ironico. Bravo tutto il cast.
Occorrerà vedere se le altre 14 puntate confermeranno le promesse.