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LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante

18 Set 2013 | Accredito Teatro

Corpo a anima il teatro di Emma Dante. Ombre e luci, tenebre e colori, frastuono e silenzio, scherzo e tragedia, vita e morte ne Le sorelle Macaluso. Una storia come tante raccontata in modo unico. Con quell’impeccabile unicità che solo chi ha guardato in faccia l’arte è in grado di far intravedere al suo pubblico. Una famiglia. Delle visioni parziali che lentamente si ricompongono in unità. Le parole non dette finalmente urlate. Ognuno ha un posto assegnato, nella scena e nella vita. Ognuno si porta dietro il suo carico di senso di colpa (che in qualche caso è mera responsabilità oggettiva!), il suo rancore, la sua frustrazione. In una parola: la sua vita. Quella vita in cui si combatte, con tanto di spade e scudi, quella vita in cui si gioca, si soffre, si canta, si piange, si danza. Siamo liberi, eppure attaccati a fili invisibili che ci fanno muovere come tanti pupi siciliani. Siamo insieme, eppure confinati in un inespugnabile solipsismo eterodiretto, con l’impressione che alla fine siano sempre “gli altri” a emettere la condanna alla nostra solitudine. Senza possibilità d’appello. Senza poter più fermarsi a contemplare il sole che brilla sul mare. Con la capacità di guardare davvero il cielo quando ormai siamo definitivamente finiti dietro le sbarre. Senza indulto e senza amnistia.

Non c’è scenografia, i cambi di costume avvengono sulla scena, la fisicità degli attori travolge lo spettatore che, nel buio del Palladium, si affida senza riserve a quella “sospensione dell’incredulità” grazie alla quale il teatro (e il cinema) divengono affascinante anello di congiunzione tra la realtà e il sogno.

data di pubblicazione 15/10/14


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