Pellicola che traduce con rara sensibilità un’intensa storia di montagna, di amicizia, di vita. Se il cinema è abituato a tradire la letteratura nella sua impossibile specifica versione qui si registra un’eccezione preziosa, forse anche grazie alla collaborazione ai dialoghi dello stesso scrittore da cui è tratta l’opera.
In montagna sono importanti i silenzi. Si parla solo quando si arriva sulla cima e si può commentare e dispensare fiato. Così il film si prende pause funzionali, ragiona per ellissi temporali (la pubertà, la maturità, il declino, nel caso specifico del padre impersonato dal bravo Timi) e logistiche (Torino, la montagna centrale dove vivono sentimenti e case, il Nepal).
Una o otto montagne? In questa simbologia alternativa ruotano i destini dei due amici che, pur provenendo da ambienti sociali, completamente diversi, si completano, si scambiano la fidanzata, si assorbono completamente, uniti da un unico padre reale che li ha alimentati. Dunque il non detto, il sottotesto assorbe lo spettatore che non è necessariamente un appassionato di montagna ma che con questo film impara a apprezzarla, a rispettarla e anche a temerla visto come inghiotte le energie dei protagonisti e, in parte, anche il loro destino. La natura da una parte e la ricerca dell’identità dall’altra in due personalità in cerca di formazione e ancoraggi. E non possiamo immaginare che il rapporto duale sia retto da attori diversi da Marinelli e Borghi, sodali dai tempi di Non essere cattivo in una sinergia affabulativa praticamente immigliorabile e che sostiene un film intenso, onesto il cui unico difetto forse consiste nella costante immedesimazione al testo con il rischio di prolungare la tensione in una versione filmica eccessivamente lunga.
I viaggi in Nepal sono l’ovvio corollario alla fedeltà del libro. Ma il successo è garantito da segnali precisi: il silenzio in sala, rotto solo dall’abitudine dipendente di accendere il telefonino per controllare sei il mondo ha bisogno di noi.
data di pubblicazione: 29/12/2022
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Dopo tanti rimandi finalmente approdo a questo bellissimo film. La recensione qui è veramente superlativa per descrivere in pieno la sensibilità di una amicizia… quella vera che non ha limiti o riserve. Film delicato e lungo ma i tempi erano necessari per esprimere con il silenzio quel tanto che è importante dire. Perché nella vera amicizia, a mio modo di vedere, le parole sono a volte superflue e solo uno sguardo esprime già tutto l’essenziale.
Borghi e Marinelli attori senza paragone..coppia unica..già dai tempi di ‘non essere cattivo’…film che potrebbe sembrare lento ma lento non lo è..
Concordo con quanto scritto. Le otto montagne è uno di quei film belli che ti arricchiscono e che fanno amare e scoprire la montagna anche a chi non la conosce affatto. Due interpreti eccezionali per raccontare l’Amicizia, quella vera. Eccellente il sodalizio tra Borghi (che in questo film ha superato se stesso) e Marinelli. Decisamente da vedere