(Sala Umberto – Roma, 1/6 Novembre 2016)
A lezione da Federico Buffa: affabula le olimpiadi del 1936 e le rende una storia indimenticabile.
L’incredibile amicizia che legava l’ariano Lutz al record man nero Jesse Owens e il retroscena riguardo alla medaglia d’oro nel salto in lungo; la marcia estenuante del coreano Sohn Kee-chung per il riscatto del proprio popolo dominato dai giapponesi; i retroscena dietro le affascinanti sequenze del film di Leni Riefensthal, la regista tedesca che girò una pellicola capolavoro sulle olimpiadi del 1936: sono solo alcune delle storie che verranno descritte dal miglior story teller italiano in circolazione.
Aneddoti e racconti che s’intrecciano come fili di lana di uno splendido arazzo, e che tessono un discorso indubbiamente charmant.
All’apertura del sipario, entriamo nel locale che frequentava abitualmente Wolgang Fürstner (comandante del villaggio olimpico): qualche tavolino rotondo di epoca liberty in ferro battuto, un appendiabiti, un pianoforte, e l’immancabile bottiglia di liquore. In questo ambiente dal sapore d’antan, ripercorreremo le fasi salienti e le curiosità latenti di quelle storiche olimpiadi.
La narrazione è inframezzata e accompagnata dallo splendido suono emesso dal pianoforte di Alessandro Nidi – che scandisce il ritmo del racconto –, dalle note della fisarmonica di Nadio Marenco – che nel movimento ondulatorio del mantice ci trasporta come le onde del mare –, e dalla voce di Cecilia Gragnani – che dimostra il suo talento cimentandosi in canzoni in diverse lingue (anche se il pezzo di De Gregori è rivedibile) – e, ahimè, anche del suono metallico del microfono usato da Federico Buffa durante il racconto.
Uno spettacolo interessante, sia per la forma sia per i contenuti, sebbene non si possa dire breve, e le continue digressione portano talvolta a perdere l’attenzione. Un’opera è completa non quando non si ha più nulla da aggiungere, bensì nel momento in cui non si ha più nulla da togliere.
data di pubblicazione: 4/11/2016
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