L’ARTE DELLA GIOIA di Valeria Golino, 2024

Modesta vive con la madre e la sorella disabile in una povera casa di campagna di un entroterra siciliano. In famiglia viene trattata con disprezzo e si illude di ricevere attenzioni solo da un padre, sempre assente, che le manifesta interesse, che lei inizialmente scambia per affetto ma che si tramuta in un atto di violenza. A seguito di un incendio, rimasta sola, viene accudita in un convento di suore dove tra figlie di principi e principesse dovrà adattarsi, facendo crescere in se’ stessa la consapevolezza che anche lei un giorno potrà raggiungere quel rango e imparare così cosa veramente sia “l’arte della gioia”…

In veste di regista Valeria Golino dà veramente prova di grande abilità nella trasposizione cinematografica del romanzo postumo della scrittrice Goliarda Sapienza. Con una sceneggiatura scritta a più mani, Golino dà il meritato valore a una narratrice siciliana che ha saputo descrivere il mondo arcaico della sua terra, andando contro a una cultura patriarcale tipica di quel periodo di inizio novecento, e riuscendo a sfidare con coraggio quella morale che mortificava nelle donne “l’arte della gioia” ovvero la possibilità di essere libere di scegliere come vivere la propria vita. Il film, presentato nelle sale in due parti ma che di fatto nasce come mini serie televisiva di Sky, ruota tutto intorno alla figura di Modesta che sin da bambina sa con consapevole certezza ciò che vuole e come dovrà ottenerlo. Lei stessa dimostrerà capacità di adattarsi a qualsiasi situazione, prima in un convento, dove vivrà accanto a delle novizie, poi nel palazzo nobiliare della principessa di Brandiforti dove darà subito prova di intelligenza e soprattutto di grande pazienza. Attraverso un matrimonio di convenienza, tra alterne vicende che lei stessa riuscirà a superare, anche a costo di travolgere senza scrupoli la vita di altri, Modesta si convertirà in una dama aristocratica, capace di badare a se stessa e alla casa a cui ora appartiene di diritto. Una manipolatrice che sa benissimo come raggiungere il suo scopo, sfruttando la seduzione come arma per conquistare sia uomini che donne. Ritratto quindi perfetto di un essere ribelle che sfida il suo tempo, capace di sapersi imporre e di apparire nello stesso tempo amante sensuale e madre irreprensibile. Il film di Valeria Golino è impeccabile in ogni dettaglio, specialmente nella regia e nella scelta del cast. A partire dalla protagonista assoluta della scena, interpretata dalla bravissima Tecla Insolia, a seguire con Valeria Bruni Tedeschi nei panni di una principessa Brandiforti che passerà alla storia, sino a Jasmine Trinca nel ruolo della tormentata badessa Eleonora. Nei ruoli maschili una nota di merito va a Guido Caprino. I dettagli sono curati dalla stupefacente fotografia di Fabio Cianchetti con il montaggio di Giorgio Franchini. La regista, che da giovane aveva lavorato a stretto contatto con Goliarda Sapienza, all’epoca apprezzata attrice di teatro, è riuscita appieno a trasfondere una storia scabrosa in un capolavoro cinematografico che farà conoscere il vero e genuino significato della vita, senza remore o false vergogne.

data di pubblicazione:17/06/2024


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