Centesimo romanzo di Andrea Camilleri, che ha voluto festeggiare questo notevolissimo traguardo pubblicando una inchiesta del suo personaggio più amato: il commissario Salvo Montalbano.
Camilleri non perde l’occasione di renderci partecipi del suo manifesto politico, attraverso i pensieri, le parole, le azioni di Montalbano: il romanzo inizia infatti con gli sbarchi dei migranti che ogni notte arrivano sulle coste di Vigata. In questo compito di accoglienza il commissario è come sempre aiutato dai suoi uomini, tutti con turni doppi sulle spalle, tutti sfiniti, tutti stanchissimi.
Come se la stanchezza di questi turni di lavoro extra non fosse “bastevole”il commissario dovrà affrontare un compito ancora più arduo: farsi fare un vestito su misura da Elena, sarta di Vigata dalla quale lo indirizza la sua eterna fidanzata Livia, in modo che lui possa degnamente accompagnarla alla festa per le nozze d’argento di una coppia di amici.
Quest’opera di sartoria non vedrà mai la luce: in una notte di sbarchi Elena verrà uccisa nel suo atelier con 22 colpi di forbice. Salvo accorrerà sconvolto “ Di colpo le gamme gli erano addivintate di ricotta. Ebbi ‘na speci di virtigini che l’obbligò ad appuiarisi con una mano al muro, po’ addimannò….” e si metterà alla ricerca dell’efferato omicida.
Il mio, con Salvo Montalbano, è stato un vero colpo di fulmine, un amore a prima “letta”; l’ho conosciuto poco meno di 20 anni fa e non l’ho più lasciato, mi sono gettata su ogni sua indagine con ammirazione, con gioia, con la consapevolezza che avrei navigato nelle sue indagini psicologiche, nel suo continuo scavare, che mi sarei trovata davanti a quelle intuizioni misteriose che sempre mi hanno lasciata sgomenta e che, fatte da lui, erano così semplicemente perfette. Non potevo quindi non notare che, questa volta Salvo è stanco, così come sono stanchi tutti gli altri attori. In una nota alla fine del romanzo Camilleri ci spiega che, a causa dell’inesorabile scorrere del tempo, è stato costretto a chiedere aiuto nella stesura del testo… e purtroppo la storia ne ha risentito, è venuta meno la profondità e la forza che gli erano caratteristiche, l’intreccio è, in alcuni tratti, confuso, il procedere è lento, gli scambi di battute scontati: si sente la mancanza della sua genialità narrativa.
Sono combattuta tra il dire che forse sarebbe stata l’occasione adatta di mandare in pensione Salvo e il desiderio di continuare a incontrarlo a frequentarlo perché l’amore non si cancella perché si invecchia…
data di pubblicazione:02/07/2016
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