Tony Webster conduce a Londra una tranquilla vita da pensionato. Separato dalla moglie da molto tempo gestisce, più che altro per hobby, un piccolo negozio di vendita e riparazione di macchine fotografiche d’epoca. Un giorno riceve una lettera da parte di uno studio legale in cui gli vengono notificate le volontà testamentarie della madre di Veronica, la ragazza con cui era fidanzato ai tempi dell’università. Il lascito, piuttosto singolare, consiste nel diario del suo migliore amico, morto suicida, che imprevedibilmente aveva intrattenuto molti anni prima una relazione amorosa proprio con la sua ragazza. Nel tentativo di venire in possesso della singolare eredità, Tony avrà modo di incontrare Veronica dopo tantissimi anni: sarà un’occasione per fare i conti con il suo passato e reimpostare i suoi affetti all’interno della famiglia.
Anche per Tony (Jim Broadbent, premio Oscar come miglior attore non protagonista nel 2002 per il film Iris – Un amore vero), alla soglia della vecchiaia, arriva il momento della riflessione personale, una sorta di tentativo di dare una rilettura al proprio vissuto: un piccolo bilancio, un modo come un altro per raccontarsi le cose passate con una buona dose di benevolenza, trascurando l’obiettività dei fatti. Una ex moglie in carriera che lo evita, una figlia ansiosa che ha deciso di avere un figlio senza un compagno al suo fianco, un piccolo negozio per la riparazione di macchine fotografiche, sono gli elementi che compongono il microcosmo in cui si muove il protagonista, a volte scorbutico, a volte distratto, ma apparentemente appagato. La notifica di quell’insolito lascito che riapriva la ferita del tradimento del suo compagno di scuola con la sua fidanzata Veronica (da giovane Freya Mavor, da anziana Charlotte Rampling), accende in Tony una improvvisa ansia di venire in possesso di quell’ eredità come pretesto per dare un senso a tutta la sua vita, a partire dalla giovinezza in cui si innamorò di quella ragazza così enigmatica. Tony comincerà a ricucire molti tasselli mancanti alla propria storia, guardando i propri errori e le intemperanze dell’età giovanile, avviando un processo di rivisitazione dei propri amori, una donna amata e una sposata, in un groviglio di sensazioni che gli procureranno un profondo disorientamento affettivo, una sorta di crisi esistenziale che si rivelerà salutare per rimodellare un trascorso pieno di ombre e di dubbi, alla riscoperta di sentimenti sinceri dei quali lui stesso sembra non accorgersi. Tratto dal romanzo Il senso di una fine dello scrittore britannico Julian Barnes, il film, diretto dal regista emergente indiano Ritesh Batra, risulta ben articolato nel confezionare una storia che ha una sorprendente intercambiabilità nel cast, in un continuo passaggio tra passato e presente, grazie ad interpreti di primordine. Particolarmente interessante l’interpretazione di Tony da giovane da parte dell’attore Billy Howle, recentemente protagonista nel film drammatico di Dominic Cooke On Chesil Beach, tratto dall’omonimo romanzo del noto scrittore inglese Ian McEwan, appena terminato e non ancora in distribuzione.
data di pubblicazione:11/10/2017
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Condivido pienamente il commento di Federica; mi aspettavo molto di più ma nonostante la bravura degli interpreti e la piccola partecipazione della Rampling, che ha fatto parlare del film più di quanto meritasse, l’ho trovato lento, noioso e alquanto esile come trama.
Nonostante Jim Broadbent sia molto bravo e Charlotte Rampling, nel poco tempo che è sulla scena, riesca a polarizzare l’attenzione su di sé grazie al suo sguardo così penetrante, il film l’ho trovato un po’ noioso e piuttosto prevedibile, pur non avendo letto il romanzo da cui è tratto. Direi che la bravura degli interpreti non basta a fare de L’altra metà della storia una di quelle pellicole che lasciano il segno.