LA TRILOGIA DI FABIO MONTALE (Casino Totale – Chourmo – Solea) di Jean Claude Izzo – edizioni E/O 2020

Gli appassionati dei gialli, dei noir, dei polizieschi o dei “polar” conoscono Parigi, New York, Los Angeles e le città americane come le loro tasche perché, insieme ai vari grandi autori, hanno percorso le strade ed i quartieri di queste città infinite volte, conoscendone i misteri e le zone più inquietanti. Con Izzo invece, è Marsiglia ed il Mediterraneo che si ritagliano la parte del leone. Non certo la Marsiglia turistica o il Mediterraneo fatto di falsi cliché: sole e cicale, ma, al contrario, la Marsiglia della fine anni ’90, una città in crisi, in trasformazione, una città non più industriale e non più grande porto commerciale, una città che da sempre parla gli accenti del Sud dell’Europa e che ora sente sempre più anche quelli del Nord dell’Africa.

Con Izzo si sente il mare con i suoi profumi ed i suoi cattivi odori, si sente il caldo, si beve (vino, pastis, caffè …), si mangia, si cucina, si ascolta la musica e si apprezza il jazz, si pensa alle donne, con rispetto, tenerezza e con amarezza e nostalgia perché non si è stati capaci di tenerle e di continuare a farsi amare. Ci sono anche i morti, le sparatorie e le inchieste ma quel che veramente importa è Marsiglia e, con lei: Fabio Montale, l’io narrante.

Montale è l’immagine della città stessa, figlio di immigrati italiani, poliziotto disilluso che non tarda ad abbandonare la sua professione, uomo che apprezza il buon cibo, il buon bere, le amicizie, la poesia, il jazz, la pesca e la bellezza femminile. Un uomo sensibile, segnato dal suo passato giovanile che riemerge nella memoria nel corso delle inchieste e segnato anche dal ricordo dolce amaro delle donne che ha avuto e perduto. E’ uno dei protagonisti fra i più umani ed attraenti nell’ambito dei noir francesi e non solo. Un bellissimo personaggio, molto accattivante, dotato di una grande sensibilità, una sensibilità a fior di pelle che poco convive però con la sua visione manichea della Società, in una Marsiglia ed in un Mondo che sono realtà in cui, avere degli Ideali giova molto poco, in cui troppe volte il Bene ed il Male non si sa da che parte stiano ed in cui spesso ci si deve domandare anche … “noi da che parte stiamo?!”

Riunire in un solo volume i tre romanzi che mettono al centro della scena il personaggio di Fabio Montale (vero prolungamento letterario dell’Autore), è una gradita occasione per rendere omaggio ad Izzo, uno scrittore di talento ed un uomo che ha lottato tutta la sua breve vita per realizzare i propri ideali e, nel contempo, occasione per farlo scoprire o riscoprire ai lettori. Si tratta di tre romanzi d’ambiente e di atmosfere, tre polizieschi, tre storie e vicende autonome ed a se stanti, anche se cronologicamente consequenziali e collegate. Una trilogia noir, molto noir, un vero melange fra poliziesco e noir in cui si incrociano violenze, amicizie e crimine ed in cui l’azione si svolge apparentemente con un ritmo lento, ma quello è il ritmo stesso della città portuale, senza grande suspense, con dei flash back sul passato del protagonista e con uno sfondo di una piccola umanità di piccoli personaggi positivi, di “piccoli esseri” verso cui è palese l’empatia assoluta dell’autore.

Nel complesso: un polar vigoroso ed intelligentemente impegnato cui Izzo ha saputo dare un gusto intenso e melanconico con tratti di lirismo. Lo stile è essenziale, fatto di frasi brevi, il ritmo è dinamico, bastano spesso piccoli tocchi descrittivi di 3-4 parole, mai un eccesso ed il lettore è sempre in tensione dall’inizio alla fine.

Tre libri in uno che si fanno divorare senza mai arrestarsi e da cui è bello farsi trascinare fra le atmosfere di Marsiglia.

data di pubblicazione:17/11/2020

1 commento

  1. È bello ritrovare nella recensione le emozioni vissute nella lettura dei romanzi di Izzo su Marsiglia. Ancora oggi credo sia un appassionato e appassionante ritratto di un uomo e di una città fra i più riusciti della lettera noir.Ricordo che ne fu tratta una serie TV con il fascinoso Delon nel ruolo di Montale, niente di indimenticabile, ma al di là del forzato happy end , un lavoro commestibile

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