Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi. Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

LA MORTE A VENEZIA ispirato all’omonimo romanzo di Thomas Mann

6 Feb 2025 | Accredito Teatro

(foto di Tommaso Le Pera)

Drammaturgia e regia di Liv Ferracchiati, con Liv Ferracchiati e Alice Raffaelli

(Teatro India – Roma, 5/9 febbraio 2025)

Durante il soggiorno all’Hotel des Bains sul Lido di Venezia, il famoso scrittore Gustav von Aschenbach incontra per la prima volta lo sguardo di Tadzio. L’uomo rimane letteralmente folgorato dalla bellezza del giovane che, ai suoi occhi, è paragonabile a una scultura greca. Da quel momento inizierà tra i due un intenso dialogo tra sguardi… 

Liv Ferracchiatti rielabora, con una sua propria e libera interpretazione, quanto Thomas Mann riusciva a interpretare, anche lui liberamente, sul concetto di bellezza. Un concetto così puro, di per sé, da sfuggire a qualsiasi definizione. Nel suo romanzo, dal quale poi Visconti ne ricavò un memorabile film, l’autore identificò quest’immagine astratta nel giovane Tadzio. Una bellezza classica, una perfezione assoluta paragonabile a quella di un dio della mitologia greca. Una drammaturgia essenziale con una voce fuori campo che induce a focalizzare l’attenzione su un canestro di fragole, rosse di passione ma messaggere di morte. Ecco che le parole vengono utilizzate per dimostrarne la loro inutilità. Un dialogo fatto di due monologhi, dove le parole stesse sembrano rimbalzare senza soluzione di continuità. Una telecamera sulla scena che si sposta sulla figura inconsistente di un satiro danzante, tutto in maniera discreta per coglierne ogni possibile movimento. Una passione amorosa verso un soggetto fluido, forse un’attrazione reciproca alimentata da un continuo scambio di sguardi, filtrati dall’occhio della cinepresa. Sentimenti vissuti intensamente che saranno una vera e propria ossessione per entrambi i soggetti in scena. Se nella prima parte si era condotti per mano da una voce suadente esterna ai fatti, nella seconda il monologo diventa parola concreta. Il morso avventato ad una fragola, perfino acerba, segnerà la cacciata da un paradiso terrestre e l’avvio inesorabile verso la morte. Una morte che riscatterà tutto, che travolgerà ogni cosa ma che non toccherà la bellezza platonica di Tadzio, né la sua giovinezza. Aschenbach, oramai morente, vedrà sciogliersi il proprio belletto e con esso la figura, in dissolvenza, del giovane. La regista, sulla scena con Alice Raffaelli, riesce brevemente a fare avvicinare lo spettatore alla passione che attraverso lo sguardo può travolgere o addirittura annientare.

Una produzione Spoleto Festival dei Due Mondi, Marche Teatro, TSU Teatro Stabile dell’Umbria, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, in collaborazione con Fondazione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa.

data di pubblicazione:06/02/2025


Il nostro voto:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Ricerca per Autore:



Share This