(Teatro Il Parioli – Roma, 27/28 Marzo 2023)
Dopo anni di confusione e sensi di colpa, resistenze e vani tentativi di dissuasione, una madre si rassegna alla fine ad accettare che la figlia realizzi il proprio sogno e diventi a tutti gli effetti un ragazzo. Eva sarà riconosciuta per quello che da sempre sente di essere, vale a dire Alessandro. Uno scontro che diventa incontro tra due generazioni che si sforzano di comprendersi e di imparare a considerare la validità delle rispettive posizioni…
Questi tempi turbolenti che stiamo vivendo, assediati da mille problemi interni e internazionali, con rischi incombenti sulle nostre già malferme convinzioni, tra le tante negatività sono riusciti almeno in parte a risvegliare nella coscienza di molti una consapevolezza che non si era mai finora realizzata. La pubblica opinione, soprattutto con riferimento alla generazioni con alle spalle qualche decennio, si trova oggi, suo malgrado, ad affrontare problematiche che, un poco per ignoranza un poco per puritanesimo, disconosceva o che riteneva non la riguardasse. Stefania Rocca mostra oggi una lodevole sensibilità nel ricucire per il teatro l’adattamento del romanzo La madre di Eva di Silvia Ferreri, finalista al premio Strega nel 2018. Oltre alla sensibilità, viene qui evidenziato un certo coraggio ad affrontare senza reticenze il problema dell’identità di genere, e quello ancor più importante dell’intervento chirurgico per far apparire il proprio corpo per quello che è nella sostanza e non nell’apparenza. Da un lato una madre che si sforza di comprendere del perché di un frutto, quello suo, mal riuscito e dall’altro una figlia/figlio che si sforza di far comprendere che la sua è proprio un’esigenza imprescindibile per continuare a vivere nel proprio ambito familiare e sociale. Le riflessioni rivolte al pubblico, da una sala d’attesa di un ospedale serbo dove la figlia sta per essere sottoposta ad una operazione per rimodellare il proprio corpo, sono frutto di anni di accese discussioni che hanno da sempre avvelenato e comunque condizionato il loro rapporto affettivo. Ecco che si mette in gioco quel meccanismo delicato che andrà a stabilire le regole dello scontro, ma se lungo sarà il percorso da entrambe le parti alla fine prevarrà il buon senso, il sentimento istintivo di una madre verso la figlia che non si potrà mai negare perché è l’unico cardine che regge le sorti di tutto il suo mondo. Merito indiscusso di Stefania Rocca, nei panni della madre, è quello di aver portato sulla scena una realtà che non è finzione, perché l’attore Bryan Ceotto che la affianca è direttamente e personalmente impegnato in questo processo di transizione, un percorso che modifica il corpo ma non l’identità. La sua recitazione è talmente appassionante e vera che lo spettatore non può che rimanerne coinvolto anche perché l’oggetto da affrontare è molto delicato e forse anche troppo pesante, ma mai ingombrante. Vari personaggi appaiono in sottofondo tramite proiezioni, elementi questi di un insieme che ci parlano per farci capire di che stiamo parlando. Una regia perfetta, una recitazione di intenso pathos per farci realizzare quanto stupidi siano i pregiudizi che ci portiamo dietro e quanto importante sia parlare di questi argomenti per abbattere ogni muro di indifferenza e di falso perbenismo.
data di pubblicazione:29/03/2023
Il nostro voto:
Bellissima partecipata recensione! Io ero allo spettacolo e l’emozione e il coinvolgimento traspaiono anche qua! Grazie
Bellissima recensione, grazie ☺️