La serie ambientata a partire dal 1958 descrive il percorso di emancipazione femminile di Miriam “Midge” Maisel, giovane donna della buona borghesia ebrea newyorchese decisa ad affermarsi come cabarettista in un mondo fino allora a forte prevalenza di ruoli maschili.
La serie, prodotta da Amazon Studios, giunta alla sua quarta stagione, è in assoluto una delle più premiate della categoria fra Golden Globe e SAG Awards, diversamente distribuiti ad attori, attrici, sceneggiatori etc, e riconosco una delle più riuscite (seconda forse alla sola Breaking Bad, peraltro di diverso genere). Tecnicamente si definisce un dramedy ed è una creatura della coppia di sceneggiatori Amy Sherman e Daniel Palladino (già famosi negli USA per la serie Una Mamma per Amica, di cui non so…). Certamente si tratta di una complessa rappresentazione, ora decisamente divertente, ora drammatica-ma-senza- esagerare (gli americani si sa amano i drammi ma solo con il lieto fine), sempre intelligente ed arguta, come la sua splendida protagonista, la fantastica signora Maisel del titolo, interpretata dalla bella, brava e soprattutto, spontanea Rachel Brosnahan. Una ragazza che ha sempre fatto tutto bene, gli studi, il matrimonio, la mamma e la moglie, almeno finché non viene a conoscenza di un tradimento del suo ex perfetto maritino Joel , aspirante cabarettista. Tutto cambia e Midge non trovando l’auspicato conforto nelle famiglie (la sua e quella dell’ex marito) si ritrova al Gaslight, luogo reale del mitico Village di New York, e dopo la conoscenza di Lenny Bruce (altra reale figura carismatica di quegli anni) s’improvvisa cabarettista caustica e sboccata, Con la trama mi fermo e per due ragioni, la prima perché non avrebbe senso raccontare quattro stagioni ricchissime di eventi che è meglio scoprire guardando le diverse stagioni, la seconda perchè, se vogliamo, non sono gli accadimenti il pregio maggiore della serie che ha in ben altro i suoi punti forti. Ovvero, in primis, i dialoghi mai banali, direi, piuttosto brillanti e “deliziosamente” colti o inevitabilmente spinti. I personaggi: non solo la deliziosa Midge, ma certamente la sua amica-promoter Susie (Alex Borstein, tanto rozza quanto incontenibile) come i suoi incredibili genitori Abe e Rose Weissman, splendidamente caratterizzati da Tony Shalhoub (il padre) e Main Hinkle (la madre) due amabili snob, per (non) tacer del marito, Joel Maisel (un Michael Zegen, misurato e credibile) e dei suoi tipici genitori ebrei alla woodyallen ,Moishe Maisel (Kevin Pollak) e Shirley Maisel (Caoline Aaron). Che dire poi dell’ambientazione, perfetta in ogni dettaglio, dai cappellini di Midge ai locali fumosi del Greenwich, dalle canzoni e musiche d’epoca alle località di villeggiatura, tutto ci permette di calarci appieno negli anni a cavallo fra il ‘50 e il ‘60.
Qualche limite? Quello di tutte le serie : il graduale peggioramento nel senso di “già visto” che inevitabilmente affiora man mano che le stagioni vanno avanti. E’ quindi troppo facile dire che le prime due siano state certo le migliori,ma, altrettanto, onestamente va riconosciuto che il livello generale si sia mantenuto comunque sempre molto decoroso. Da non perdere!
data di pubblicazione:27/02/2022
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