(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)
Nella sezione Alice/Panorama è stato presentato La Familia, convincente esordio del regista e sceneggiatore venezuelano Gustavo Rondón Córdova. E’ la storia del dodicenne Pedro e della sua difficilissima adolescenza in un popolare quartiere di Caracas, in un’atmosfera urbana violenta. Dopo aver ferito seriamente un altro ragazzo, suo padre decide che devono fuggire insieme per nascondersi, dapprima respingendosi ma poi ritrovandosi.
Presentato alla Semaine de la Critique, La familia, esordio del venezuelano Gustavo Rondón Cordova, è un aspro ed efficace romanzo di formazione. Nella disperata banlieue di Caracas, Pedro trascorre il tempo con gli amici, mentre il padre si dibatte tra lecito ed illecito per garantire la sopravvivenza ad entrambi, finchè un giorno, per difendersi da una rapina, uccide un altro ragazzo. Il padre per salvare il figlio decide di scappare insieme a lui nascondendosi nella metropoli ma Pedro è pieno di rabbia e rimorsi perché il suo amico Johnny rischia di essere incolpato per l’atto compiuto da lui. Inizia così lo scontro ed il confronto tra un padre ed un figlio che non si conoscono realmente; la terribile scoperta che l’amico è stato ucciso per vendetta è l’amaro punto di partenza per avviare un vero rapporto tra i due.
La familia è un grande film asciutto e neorealista, fatto di sguardi intensi e di silenzi densi di significato: di fronte a un evento scatenante ed una violenza imperante, padre e figlio vagano per la città, enorme e piena di diseguaglianze, non hanno un posto dove andare a dormire, sono entrambi litigiosi, lavorano per guadagnarsi almeno un pasto. Differenti anche le etnie e l’approccio alle vicende: il padre, evidentemente di origine europea, è più attento e riflessivo, Pedro invece ha sangue indio, chiaramente ereditato dalla madre scomparsa da tempo ed è più immediato ed istintivo. Le differenze e l’estraneità tra i due allora diventano un elemento davvero perturbante, almeno finchè sono sperduti nella metropoli e una riconciliazione appare utopica. La morte di Johnny improvvisamente diviene voglia e speranza di un futuro e di un affetto che non può che nascere lontano da li, nel primitivo luogo di origine dove non c’è nulla ma dove si può ricominciare a vivere. Nel primo piano finale di Pedro, che si guarda intorno, per la prima volta consapevole di essere l’artefice del proprio destino, c’è la voglia di dar vita ad una neonata famiglia.
data di pubblicazione:05/11/2017
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