(Teatro Quirino – Roma, 19/24 aprile 2022)
La classe di Vincenzo Manna è un contenitore di forti emozioni. Un’analisi ricca e dettagliata sulla condizione delle giovani generazioni e il mondo della scuola. Una scrittura drammaturgica fresca e attenta alle sfide che la società pone.
Ai fini del raggiungimento della promozione, un irruente gruppo di ragazzi viene trattenuto tutti i pomeriggi per quattro settimane in un’aula fredda e disordinata di un istituto tecnico superiore per un corso di recupero di crediti scolastici. I sei studenti della classe sono stati tutti sospesi per motivi disciplinari. Hanno radici diverse per religione e cultura.
Andrea Paolotti è Albert, un professore potenziato – figura professionale nata con la riforma della buona scuola – che svolge una didattica alternativa. Il suo ruolo è quello di riequilibrare una classe problematica di ragazzi segnati dal disagio, dalla delusione, rabbiosi e desolati. Riesce tra non pochi sforzi a guadagnarsi un po’ della loro fiducia fino a impegnarli in un concorso europeo il cui tema è “Giovani e adolescenti vittime dell’Olocausto.”
Gestisce la scuola un superpreside, il personaggio interpretato da Claudio Casadio, rigido e concentrato sugli obiettivi da raggiungere più che sulle esistenze dei ragazzi. Un preside imprenditore, che paragona i suoi studenti a un gruppo di galline chiassose, che hanno le ali ma non sanno volare, e che nella sua visione hanno l’unico merito di saper percorrere grandi distanze in poco tempo ma solo se è la paura a muoverle.
L’assetto scenografico di Alessandro Chiti segue il realismo estremo e cruento adottato dalla scrittura nell’analisi sociale. La classe ha una sola finestra che si affaccia su un campo profughi, chiamato con disprezzo “Zoo”, una sorta di campo di detenzione dal quale parte una rivolta che costringe la scuola a una chiusura anticipata. Un disastro sociale che mette ulteriormente alla prova la crescita dei giovani studenti, costretti a farsi spazio in un mondo difficile che emargina chi è diverso. L’aula diventa così una scatola ricolma di emozioni disordinate e violente, amplificate dalle sonorità rock di Paolo Coletta.
Il testo di Vincenzo Manna sembra sondare l’abisso della più cupa indigenza per vedere se, dopotutto, si possa trovare una ragione di speranza e riscatto. Forse i volatili quando escono dal guscio si somigliano tutti. Possono sembrare galline, ma sicuramente tra di loro c’è chi è destinato a diventare aquila. Come i giovani attori selezionati per questo lavoro (Valentina Carli, Edoardo Frullini, Federico Le Pera, Caterina Marino, Andrea Monno e Giulia Paoletti), talenti di grande energia ed entusiasmo.
data di pubblicazione:23/04/2022
Il nostro voto:
Assistere di persona lo spettacolo è davvero emozionante. Cattura lo sguardo e ti sconvolge per le storie rappresentate da ciascun personaggio. Una linea sottile tra quanto raccontato e quanto realmente ci circonda.