Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Franco Basaglia. Le nuove generazioni probabilmente non sanno che è stato uno psichiatra, grande riformatore nel campo della salute mentale e ispiratore della legge, che porta il suo nome, che rivoluzionò l’ordinamento e la disciplina degli ospedali psichiatrici in Italia. Il racconto vero di sei giovani pazienti, ricoverati in strutture specializzate per la cura di alcune forme di disabilità psichica.
Francesco Munzi è un regista e sceneggiatore italiano che ha già ricevuto importanti riconoscimenti per il suo impegno sociale e per la serietà dei suoi lavori. Kripton non vuole essere solo un documentario, su una realtà vissuta da alcuni pazienti in cura presso una struttura di salute mentale romana, va oltre. Il regista è riuscito a entrare in perfetta empatia con loro, vivendo tra di loro per cogliere la vera essenza delle loro storie, raccontate dagli stessi protagonisti e dai terapeuti, uniti insieme nel tentativo di dare un senso concreto al loro impegno. Ecco quindi che i racconti si intrecciano con immagini sfuocate di repertorio, funzionali a far meglio comprendere la confusione che si agita nelle loro menti e che li rende isolati ed estranei dal mondo che li circonda. Munzi come prima cosa, si è conquistato la stima dei pazienti, veri attori della scena, i quali spontaneamente hanno deciso di esternare i propri turbamenti e le proprie sofferenze davanti a una cinepresa che di fatto poi è sparita dalla loro vista. Sono stati quindi liberi di parlare e di raccontare senza la minima soggezione di fronte ad un occhio che li avrebbe potuti osservati in maniera critica, togliendo dal campo qualsiasi forma di spontaneità. Un rapporto quindi di estrema fiducia che ha interessato non solo i ricoverati ma anche le loro famiglie e gli stessi operatori sanitari, ciascuno per la propria parte. Lo spettatore stesso è invitato ad entrare in empatia con i singoli individui e con le loro storie, tutte degne di essere ascoltate perché nascono dall’esigenza individuale di una maggiore attenzione, invocata quasi per venir fuori da un isolamento non solo fisico ma soprattutto mentale. Si percepisce un disagio a comprendere e a accettare un mondo, quello di oggi, dove si fa fatica a inserirsi perché proiettato verso l’esteriorità, e poco, molto poco, verso i veri valori che dovrebbero essere l’essenza primaria alla base della nostra stessa esistenza. Un lavoro ben riuscito, una tematica sicuramente da affrontare con più impegno da parte di chi ci governa, seguendo gli insegnamenti che Franco Basaglia ci ha provvidenzialmente tramandato, oggi più che mai di attualità.
data di pubblicazione:17/01/2024
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