Traduzione per il grande pubblico dei ben più complessi gialli dello scrittore greco-turco Petros Markaris. Regia non particolarmente creativa anche se si apprezza lo sforzo di ricreare una location evidentemente Ateniese (Partenope, Acropoli, souvlaki, Piazza Omonia). Persino in greco gli striscioni di una manifestazione sindacale.
C’è stata una stagione cinematografica in cui non si poteva girare un film se non c’era Stefano Fresi. Il corpulento polivalente attore in virtù della propria popolarità assume un personaggio che dovrebbe avere più sfrangiature e sottigliezze per ricalcare il prototipo narrativo. Fresi si sforza per approssimazione ma più dentro la parte sembra la sua moglie e partner Francesca Inaudi. Il legame matrimoniale è il collante ma anche l’altra faccia dell’attitudine investigativa. Per tenere vivi gli episodi (e le quattro puntate) si raccontano omicidi che poi si saldano con il delitto precedente, ingenerando un minimo di sovrabbondanza. Il ritmo è variabile, a tratti calante. Compare ironicamente anche Markaris, l’autore in una sorte di auto-citazione. Si leggono i crismi del film tivù più che di un’opera capace di svincolarsi dal genere e assurgere al rango di cinema. L’inscatolamento in interni nuoce alla varietà della volenterosa narrazione. Il gemello greco di Camilleri produce un Montalbano minore, meno tipizzato e brillante. Ma nel mare magnum dell’attuale produzione dell’ente pubblico la sufficienza non è stiracchiata e in fondo merita il primato di ascolti. Apprezzando il tentativo di sprovincializzare il mainstream degli investigatori all’amatriciana. Retrodatando le vicende si respira anche un po’ di politica, con l’aura in declino del regime dei colonnelli in una società che, a tratti, appare persino più asfittica e corrotta di quella italiana.
data di pubblicazione:04/10/2024
Concordo in parte con la recensione che in fondo assolve un ennesimo patetico tentativo di tradurre in serie ” gialli” di scrittori famosi. Almeno si è tentato con I soliti mezzi al risparmio di girare qualche scena ad Atene, ma purtroppo non ci sono le atmosfere dei romanzi.Poco meno peggio della serie Petra che tradiva la Pedra di Barcellona in una ambientazione genovese. A questo punto teniamoci stretti Montalbano e Schiavone e lasciamo I thriller, noir e quant’altro a chi li sa fare e non lesina i mezzi