Nove personaggi per nove episodi. Ognuno in una differente situazione recita interpretando se stesso. Le varie storie assumono già da subito un carattere divulgativo perché fanno vedere come la gente comune vive a Teheran una giornata comune. Un boato enorme prelude un potente terremoto e la stessa città implode: forse si è di fronte alla temuta apocalisse? E in tutto questo, chi si salverà dalla dannazione eterna?
Se Kafka fosse vissuto oggi in Iran sicuramente avrebbe attirato con i suoi scritti gli strali del Ministero della Cultura islamica, così come di fatto è accaduto ai due registi per il solo fatto di aver descritto la realtà del proprio paese. Ogni singolo individuo, che con il proprio nome dà il titolo ad ogni episodio, è in preda a una angoscia esistenziale, vittima impotente, ognuno per un motivo diverso, di ogni forma di brutalità fisica e psicologica. Ciò che risalta subito come mero paradosso viene invece descritto come atto di pure logica, di normalità che bisogna accettare senza alcuna discussione. Lo spettatore, nonostante al corrente attraverso i media di ciò che accade oggi in Iran, rimane incredulo di fronte al messaggio che, pur rimanendo allegorico, trasmette esattamente un puro sconcertante realismo. I volti dei protagonisti sono ripresi con ben studiati piani sequenza, l’inquadratura rimane statica e la parte in contraddittorio rimane al di qua della cinepresa, si percepisce la sua presenza, se ne vedono i particolari ma non viene mai mostrata apertamente. Ciò che conta, per i due coraggiosi registi, è dimostrare quanto sia presente in quel paese l’impotenza umana del singolo di fronte al mondo che lo circonda con la sua invadente burocrazia e la sua spietata intransigenza. I singoli protagonisti si affidano a una recitazione spontanea, seguendo un copione che comunque non va a sminuire la sensazione di fastidio da parte del pubblico. Per l’ennesima volta si denuncia una sistematica repressione non solo per ogni forma di diritto ma anche per le decisioni più innocenti, come scegliere il colore del proprio vestito da parte di una bambina che si appresta ad entrare in società. Siamo forse tornati ai tempi bui del secoli passati quando l’inquisizione puniva con la morte ogni idea nuova che potesse alterare un ordine precostituito? Sembrerebbe di sì e purtroppo ne abbiamo la prova concreta. Un film di breve durata ma che colpisce con la forza delle immagini, delle situazioni e dei singoli personaggi. Un film che fa riflettere sulla sofferenza di tanti popoli che affrontano quotidianamente la propria vita con angoscia e immenso smarrimento.
data di pubblicazione:12/10/2023
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