JOHN ideato e diretto da Lloyd Newson, con il DV8 Physical Theatre

All’Auditorium Parco della Musica di Roma, dal 7 febbraio al 2 aprile è in corso, nell’ambito del Festival della Nuova danza, l’undicesima edizione di Equilibrio che ancora una volta porta nella capitale alcuni tra i più prestigiosi nomi nel panorama internazionale  della danza contemporanea. La manifestazione propone quest’anno come tema la coppia, vista come cellula primordiale che genera la comunità, pretesto per farci scoprire il senso di appartenenza o di rifiuto da parte dell’altro e che prende senso solo se inserita in un contesto sociale più ampio: la coppia e la comunità visti dunque come fatti, che in un passato ancora prossimo, stanno continuando a tormentare le nostre coscienze.

In tale contesto si inserisce lo spettacolo John, per la coreografia dell’australiano Lloyd Newson ed il suo collettivo di danzatori DV8 Physical Theatre, lavoro impegnativo che spinge il pubblico, non solo per le tematiche trattate ma soprattutto per il linguaggio utilizzato, a porsi in una posizione direi quasi al limite dell’imbarazzo. Non è tanto la storia di John a sconvolgere lo spettatore, quanto il mezzo espressivo usato che sembra vada al di là di qualsiasi ragionevole buon senso. Nei 75 minuti di scena, infatti, si è sopraffatti in maniera prevalente dalla parola: la storia incalza senza lasciare respiro e si è completamente assorbiti dal rincorrere il senso della cronaca, in un susseguirsi di sotto titolature che non danno accesso ad un minuto di pausa per concentrarsi più serenamente sulla danza vera e propria. Nulla invece da obiettare sulla performance di Hannes Langolf (John) e degli altri della compagnia, soprattutto per quanto concerne la capacità comunicativa dei loro corpi, né alla messa in scena dello spazio, delimitato da mura e porte, in un continuo ruotare con un movimento tutt’altro che disorientante; ma il compiacimento nell’affrontare minuziosamente tematiche per le quali forse era sufficiente un accenno, senza doverle necessariamente prolungare sino all’esaurimento della tolleranza, hanno sortito un risultato a tratti irritante.

data di pubblicazione 15/02/2015

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