A dir la verità i primi tre romanzi sulle inchieste del Commissario Dupin erano già usciti in Italia per i tipi della Piemme rispettivamente nel 2013, 2014 e 2015, ma erano passati quasi inosservati ai più! Ora, sull’onda delle oltre due milioni di copie vendute, del grande successo e di una vera e propria “Dupinmania” che si è diffusa in tutto il Nord Europa ed in Francia e, non ultimo, della popolarità anche della serie tv, la casa editrice ISBN sta tentando un rilancio in Italia riproponendo le inchieste di Dupin con titoli nuovi e ben più mirati. Ecco quindi in libreria Intrigo Bretone, romanzo d’esordio e primo dei tre finora tradotti e pubblicati.
L’autore Jean Luc Bannalec in realtà è lo pseudonimo di uno scrittore tedesco: Jorg Bong che ha trovato la sua seconda patria ed il successo letterario nella francese Bretagna ove sono ambientate le indagini del suo personaggio. Dupin è un quarantenne, scapolo, parigino autentico, ma da oltre tre anni è “confinato” a Concarneau in Bretagna per aver risposto male, quando operava a Parigi, proprio al Sindaco di Parigi divenuto poi Presidente della Repubblica. Il personaggio si sta appena delineando, ma si vede già che è una persona normale, un individualista un po’ burbero, con i tratti fisici e comportamentali un po’ come … Maigret! e … come lui ha i suoi tic, vuole i suoi spazi, i suoi tempi, i suoi caffè, è un bon vivant e non si fa calpestare i piedi da nessuno. Vedremo se, col tempo, avrà anche la vitalità, l’umanità e lo humour del modello di riferimento.
Anche il libro ha lo charme desueto di un poliziesco di papà, sembra infatti proprio un buon vecchio e normale giallo, un Maigret (uno dei tanti), un polar che si basa sul ragionamento, sui metodi investigativi piuttosto che sull’azione o sull’intreccio. Un romanzo piacevole a leggere, dalla fattura classica e con un suo fascino discreto ove l’intrigo è tutt’altro che arzigogolato. Di certo non un thriller palpitante ma piuttosto una buona inchiesta, alla vecchia maniera, alla Simenon, ove la suspense non è di certo elevata e l’interesse vero è tutto sui fatti, sulle indagini e poi sui luoghi ed il paesaggio. Sulla splendida Bretagna e le sue città d’arte, il suo mare, le sue atmosfere e tradizioni. Intrigo Bretone si svolge infatti fra Concarneau e Pont-Aven, paese questo famoso per aver ospitato nell’800, Gauguin ed una comunità variegata di pittori attratti tutti dai suoi colori, dalla presenza dell’acqua dei fiumi e dell’oceano. Una sorta di eredità culturale che continua a caratterizzare la zona e che, in modo sorprendente, sarà al centro della vicenda narrata.
Di romanzi basati sulle indagini di un Commissario con sequel che, senza incidere sulla comprensione delle storie, delineano un personaggio e creano l’affezione dei lettori, ce ne sono tanti. Negli scrittori più dotati il “caso criminale” procede alla pari con le descrizioni della vita quotidiana del protagonista, dei chiaroscuri della sua personalità, delle relazioni amorose, addirittura dei gusti gastronomici: il Calvados di Maigret, le ricette di Pepe Carvalho… Ma, soprattutto ci sono poi i luoghi, presentati spesso con tale dovizia di particolari e ricchezza di atmosfere da divenire a loro volta protagonisti. E’ il caso della Bretagna di Bannalec che lascia nei lettori il grande desiderio di partire per andare a vedere i posti descritti.
Forse qualche cliché di troppo, ma peccati veniali per un romanzo d’esordio che resta comunque un bel piccolo polar, ben scritto ed accattivante, dal ritmo pacato e privo di lungaggini. Vedremo come evolveranno i successivi casi del Commissario Dupin.
data di pubblicazione:13/09/2021
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