Bentornato Jake Brigance! I fans di John Grisham saranno felici! E’ un piacere ritrovare qualcuno di cui fidarci ed è rassicurante prendere atto che i libri, anche i libri polizieschi, possono contribuire a restituirci un po’ di equilibrio in questa lunga e pesante stagione del Covid.
Il Tempo della Clemenza è il 3° libro in cui lo scrittore pone al centro del suo “Legal Drama” la figura di Brigance, giovane avvocato di una piccola città rurale del Mississipi, tanto brillante quanto coraggioso nel ricercare l’affermazione della Verità e della Giustizia e nell’affrontare casi difficili ed impopolari. La prima volta era apparso nel folgorante debutto di Grisham in Il Momento di uccidere nel 1988 (il libro è stato portato sullo schermo nel 1996 con pari successo e con protagonista il perfetto e bravo Matthew McConaughey) e, poi ancora, in L’Ombra del Sicomoro nel 2013. Nel romanzo d’esordio i fatti si svolgevano nel 1985, ora, dopo ca. 37 romanzi, siamo tornati nei luoghi e fra i personaggi che più stanno a cuore allo scrittore. Nel mondo reale sono passati quasi 32 anni ma nel romanzo siamo solo nel 1990, appena 6/7 anni dopo i fatti del primo libro, siamo ancora in “quei giorni lunghi e lenti” in cui Internet ed i cellulari erano ancora, a malapena, all’orizzonte.
Ancora una volta l’avvocato Brigance è chiamato a difendere, suo malgrado, un cliente le cui eccellenti ragioni per commettere un omicidio non cambiano il fatto che, comunque sia, egli è responsabile del reato contestatogli e per cui è processato. Grisham non perde tempo in inutili preamboli, l’inizio è folgorante e cattura immediatamente i lettori; siamo subito gettati nel cuore della vicenda. In giuoco c’è la condanna a morte di un giovane di 16 anni che uccide il boyfriend della madre: un vicesceriffo, e poi chiama la polizia per costituirsi.
L’abilità di agganciare i propri lettori fin dalle prime righe è uno dei talenti di Grisham, un’abilità che ha contribuito a farne un autore da oltre 300 milioni di copie vendute. Non mancano poi gli altri tratti distintivi del suo modo di raccontare: gli intrighi delle strategie legali, i retroscena del piccolo ambiente cittadino del profondo Sud, i comportamenti della gente comune verso la pena di morte e l’aborto, il dibattimento in aula ed i suoi trucchi e, prima ancora, la scelta dei giurati. Grisham, lo sappiamo, è un grande narratore e sa inserire storie e sottostorie secondarie che non distraggono, anzi, al contrario, sono abilmente cucite fra loro ed accrescono il processo di tensione e la suspense fino alla fine. E’ molto abile poi nello sviluppare i personaggi principali e secondari, tutti vivi, veri ed autonomi che danno spessore e realtà alla vicenda. Sono, per così dire, tutti disegnati a 3 dimensioni per far sì che il lettore non solo li veda ma, soprattutto, li comprenda anche con tutte le loro difettualità che li rendono ancor più umani.
La Verità per Grisham non è mai come la vogliamo, il mondo non è mai nettamente diviso fra “bianco e nero”, ma spesso, se non addirittura sempre, il mondo è “grigio”! e quindi … è difficile poter prendere decisioni nette e … poter giudicare!
I dialoghi sono precisi, le emozioni autentiche, la storia complessa ma sempre reale ed avvincente, il ritmo è costante, le strategie legali sono esposte in modo chiaro e comprensibile a tutti. Dopo oltre 30 anni di storie Grisham si conferma come un autore che non sta mollando la presa, che ha ancora storie da raccontare e che sa ancora raccontarle bene ed in modo avvincente.
Quelle poi con Jake Brigance sono quasi una categoria a sé stante.
C’è un Tempo per uccidere, C’è un Tempo per fare Giustizia, C’è un tempo per dare Clemenza!
data di pubblicazione:22/12/2020
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