Il più “morettiano” dei film di Moretti ci traghetta in un mondo nostalgico ma non malinconico, fatto di una “minoranza” felice a cui, se si vuole, ci si può idealmente unire sul finale: una sorta di porzione eterogenea di popolazione che continua a sperare in un presente che abbia ancora una sua forte identità, in cui ognuno possa vivere con uno stile tutto proprio nella consapevolezza che le proprie radici affondano in un passato glorioso che, seppur molto lontano, non bisogna mai dimenticare.
Nanni lascia i panni dell’alterego Michele Apicella per vestire quelli di Giovanni, un regista che crede ancora nel cinema, che vive nella magia e nei riti che lo accompagnano, e che rifiuta le piattaforme come forme alternative ad esso. Il suo produttore è sull’orlo del fallimento e lui non si decide a finire il suo film ambientato a Roma nel 1956 nella sezione del Partito Comunista del Quarticciolo durante l’invasione sovietica dell’Ungheria e che descrive l’attesa di Ennio, il segretario del circolo: questi attende che il partito palesi la sua posizione mentre sua moglie sodalizza immediatamente con la causa ungherese. Ma nei film di Moretti la finzione è realtà e viceversa e quindi i personaggi escono dal loro ruolo e gli attori diventano persone, con le loro idee che non sempre viaggiano all’unisono con quelle del regista: e mentre Vera-Barbora Bobulova vuole a tutti i costi inserire una storia d’amore tra lei e Ennio-Silvio Orlando in un film politico, nella mente di Giovanni, irritato da tanta irriverenza, si affollano i pensieri di altri due pellicole (una tratta da Il nuotatore di Cheever ed un’ altra con tante canzoni italiane) che gli piacerebbe girare e che sovente lo distolgono (seppur in maniera costruttiva) da tutto e da tutti. Nel frattempo sua moglie Paola, che sta andando senza dirglielo in analisi per trovare il coraggio di lasciarlo, è impegnata nella produzione del film di un giovane regista trentenne, astro nascente della cinematografia contemporanea, di cui Giovanni non ha alcuna stima; in tutto questo Emma, la loro unica figlia, decide di sposare un uomo molto più grande di lei.
Ma Moretti palesa immediatamente al pubblico con Il sol dell’avvenire da che parte preferisce stare e ne motiva ogni istante. Inizia così la sua “lotta” contro le piattaforme come Netflix, che chiudono il cinema in una scatola privandolo del suo “respiro”; contro i sabot, scarpe-non scarpe che identificano una “tragica visione del mondo”, una sorta di genere di vita più che una vera e propria scelta modaiola; sogna una storia d’amore con tante (e belle!) canzoni rigorosamente italiane; si infuria per la superficialità di una certa regia contemporanea (regalandoci una autentica lezione di cinema) che sceglie la spettacolarizzazione della violenza, invece di far provare allo spettatore disagio, orrore, fastidio innescando un messaggio sbagliato attraverso immagini sbagliate; e poi cita grandi registi come Fellini e grandi interpreti come Anthony Hopkins, e fa un compendio di tutta la sua cinematografia da Bianca a La messa è finita, da Palombella Rossa a Caro diario, dicendo in allegria tutto quello che gli piace dire non più da splendido quarantenne, ma con la consapevolezza di uno splendido quasi settantenne. E Roma appare in tutta la sua bellezza, a cui il regista si dichiara incondizionatamente. Il film è in concorso a Cannes 2023.
data di pubblicazione:05/05/2023
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Ha tutta l’aria di un testamento spirituale vista la parata ai Fori Imperiali con tutta la nomenclatura dei suoi attori, eccetto Laura Morante (chissà perché?). Un film che è un sano rimedio contro i luoghi comuni
Critiche molto controverse su questo ultimo film di Moretti. Basta decidersi da che parte stare. Lui c’è tutto: con la sua aria sorniona di chi sa raccontare di cinema. Un concentrato di se stesso. Chi lo ama non può non amare questo film. Spiritoso e maledettamente vero.
Ci sono 3 o più film in uno solo..idee su idee..sul cinema in primis..ma anche sulla vita..ironia a bizzeffe..c’è tutto..moretti lucido..lucidissimo..da lacrime (di risate) incontro con i produttori netflix!!!compendio morettiano..spero non testamento..uno cento mille film di moretti così!!!