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IL RITRATTO DEL DUCA di Roger Michell, 2022

Inghilterra 1961: Campton Bonton (Jim Broadbent), sessantenne tassista a Newcastle, è un iperattivo protestatario per ogni causa sociale e … riesce a “rubare” il quadro di Goya del Duca di Wellington appena acquisito dalla National Gallery di Londra. Un’azione eclatante, tutta e solo politica, volta essenzialmente – prima con le condizioni per il riscatto, poi, una volta arrestato, durante il processo – a richiamare l’attenzione a sostegno della sua iniziativa per l’esenzione degli anziani dall’obbligo di pagare il canone per la BBC…

 

Giunge finalmente sui nostri schermi la commedia sociale di Roger Michell (regista di Notting Hill, scomparso nel 2021) che, realizzata nel 2020 e presentata con successo fuori concorso a Venezia 77, era poi rimasta bloccata a causa del Covid.

Il Ritratto del Duca è una commedia agrodolce, con un significativo sottofondo umano e sociale, permeata di quell’impareggiabile British humour che rende gli inglesi maestri nel realizzare commedie di genere molto gradite a chi va al cinema per vedere qualcosa di intelligente che faccia sorridere e nel contempo riflettere. Una storia realmente avvenuta, uno spaccato della working class e dei problemi di una certa Inghilterra che sarebbe molto piaciuto a Ken Loach ma che Michell rivisita, centrandone ed esaltandone con un velo di malinconia gli aspetti ironici senza trascurare i risvolti che sottostanno alla vicenda. Il tutto in buon equilibrio tra leggerezza e drammi individuali e collettivi.

Un film “vecchia maniera” ma comunque interessante. Il regista, da maestro qual era, gioca infatti abilmente con un’estetica visiva Anni ’60, utilizzando colore e diversi tipi di inquadrature. La sua direzione è contenuta e delicata, sempre supportata da una buona sceneggiatura e da dialoghi intelligenti. Il ritmo è talora discontinuo e varia molto fra prima e seconda parte. Forse qualche minuto in più dedicato a meglio delineare i contesti familiari dei protagonisti avrebbe giovato ad una maggiore comprensione dei loro comportamenti e del colpo di scena finale.

Il punto di forza del film è un cast delizioso, caratteristi e secondi ruoli compresi. Su tutti primeggia Jim Broadbent, al suo meglio con il suo talento ed il suo capitale di simpatia, malizioso, stravagante e capace di adattarsi alle tante sfaccettature del personaggio genera immediatamente empatia nello spettatore. Accanto a lui Helen Mirren, fantastica nel ruolo che fa da controcampo razionale agli ardori protestatari e velleitari del coniuge.

Il Ritratto del Duca è un film che palati molto raffinati o molto esigenti potrebbero anche giudicare solo come “cinema popolare o superficiale”. Non direi! È piuttosto un piccolo film che di certo punta ad intrattenere ma che ha anche un suo cuore con delle verità profonde. Un piccolo film senza grandi ambizioni ma pur sempre un film gradevole, tenero e molto ben interpretato. Un film molto inglese, in cui le emozioni sono tutte molto contenute ma arrivano a toccare lo spettatore.

Ce ne fossero di piccoli film così!

data di pubblicazione:04/03/2022


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2 Commenti

  1. Concordo con la recensione. Atmosfere che ricordano l’Inghilterra dì Ken Loach, rese più leggere dallo humour britannico e dall’ happy end. Ottimi gli attori. Un film gradevole, anche se siamo lontani dal Michell dì Notting Hill!

  2. Roger Michell con Il ritratto del Duca ripete la formula di Notting Hill, dirigendo una intelligente commedia che ci pervade di leggerezza grazie alla bravura indiscussa dei due protagonisti, ora come allora. Si esce dal cinema divertiti e spensierati, e di questi tempi non è poco…

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