… Una casa di riposo (per il Presente), la II Guerra Mondiale (per il Passato), sono elementi perfetti per un possibile polpettone melodrammatico pieno di cliché, tutti elementi per dissuadere a priori dalla lettura di questo romanzo…
Gli ingredienti per una storia banale e scontata ci sono proprio tutti, poteva uscirne un libro stile Harmony e, invece, come sanno fare solo i veri cuochi ed i veri talenti letterari, Valérie Perrin pur usando una serie di ingredienti normalissimi, riesce a calibrarne le dosi ed a fermarsi al punto giusto e a giocare con i sentimenti senza compiacimenti, regalandoci con una scrittura sensibile un racconto bello, delicato, commuovente, profondo e poetico e, a tratti, divertente.
Solo due libri al suo attivo, entrambi due piccole pepite d’oro.
Non c’è dubbio alcuno, la Perrin è brava e talentuosa! Non c’è da meravigliarsi del suo legame con Claude Lelouch e che sia la sua Musa ed anche la cosceneggiatrice dei suoi ultimi film. Nella messa in scena di questo libro, agli appassionati di Cinema sembrerà infatti di veder scorrere proprio le immagini di un film del grande regista francese: un romanzo corale, flashbacks, storie solide, la forza delle emozioni e dei sentimenti, l’amore fra un uomo ed una donna…
Gli elementi che abbiamo già trovato in Cambiare l’acqua ai fiori, opera seconda della scrittrice, il libro che ha prima affascinato i lettori e poi conquistato anche la critica, li ritroviamo anche in questo suo romanzo di esordio (2016): una ragazza speciale ma un po’ ai margini della Società, un amore ferito, il dolore, una pseudo inchiesta, delle piccole storie ben orchestrate che si ricollegano tutte fra di loro… Justine, 21 anni, lavora in una casa di riposo per anziani, Hélène ci vive anche se passa le sue giornate attendendo colui che esiste solo nei suoi ricordi. Justine parla con gli anziani, i “dimenticati della domenica” (questo il giusto e delicato titolo originale del libro), ascolta le loro confidenze e le riunisce poi in un quaderno blu, tante piccole storie deliziose, come piccoli romanzi nel romanzo.
Il libro della Perrin è un libro sull’importanza della memoria e della trasmissione dei ricordi, sulle relazioni familiari e transgenerazionali, sulle radici, sulla vecchiaia e sulla gioventù, il dolore, gli affetti mancati ed i “non detti”, senza essere mai assolutamente lagrimevole. Due vite che si rispecchiano per drammaticità ed intensità, personaggi principali e collaterali sempre descritti con sensibilità ed autenticità in una narrazione che dopo un avvio un po’ lento prende il suo ritmo alternando riflessioni divertenti a passaggi più seri a volte poetici e romantici. Si farebbe torto definire superficialmente il libro solo come un feel good book. Certo l’autrice ci invita a riflettere su emozioni e sentimenti e può sembrare solo un “balsamo per i cuori”, ebbene che c’è di male? Soprattutto se questo “balsamo” è scritto bene, in modo fluido, moderno e ricco di poesia, a volte buffo, a volte triste ma che sa commuovere ed appassionare. Dunque: una lettura piacevole da gustare, positiva ed ottimista, un racconto di rara bellezza, appassionante e pieno di umanità che ci resterà dentro un bel po’, piacevolmente.
data di pubblicazione:30/08/2020
Sto per finire cambiare l’acqua ai fiori; ho già pronto tre e non mancherò di leggere anche il primo.la perrin mi ha conquistata
Si … un libro a tratti commovente, capace di farti riflettere sulle tante sfumature dei sentimenti e dell’amore. Leggerò sicuramente anche l’altro. Grazie