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IL PICCOLO PRINCIPE … IN ARTE TOTÒ scritto e diretto da Antonio Grosso

Foto da cartella stampa

con Antonio Grosso e Antonello Pascale

(Teatro Cometa Off – Roma, 9/13 aprile 2025)

Torna in scena per il pubblico romano del Cometa Off Il piccolo principe … in arte Totò scritto e interpretato da Antonio Grosso, prodotto da La Bilancia e 3atro. L’attore ripercorre la vicenda umana di Antonio De Curtis prima del successo arrivato con il cinema negli anni Cinquanta.

 

Come un’equazione perfetta, Totò sta a Peppino De Filippo come Antonio Grosso sta ad Antonello Pascale. Necessari l’uno all’altro, ogni comico vuole la sua spalla. E se il paragone appare improprio o azzardato, basta andare a veder recitare la commedia di questi due attori per avere conferma che il miracolo dell’intesa (comica) si perpetua nelle nuove generazioni di artisti. Si divertono – assai! – loro e per osmosi la platea.

Divertimento e commozione. Perché la motivazione che spinge ad andare a teatro è anche un’altra. Altrettanto importante e forse più urgente: rendere omaggio alla memoria del Principe della risata. Onorare un attore famosissimo eppure poco ricordato. Passeggiando per Napoli si incontra il volto di Totò disegnato sui muri; una targa ricorda la sua casa natale in via Santa Maria Antesaecula, nel Rione Sanità. Eppure non c’è ancora un museo a lui dedicato, nonostante sia in piedi da decenni un progetto per realizzarlo. Lo spettacolo di Antonio Grosso è quindi un momento prezioso. Un gesto più che gradito e apprezzato. Non solo per Napoli, ma per tutto il pubblico italiano.

Il racconto si sofferma sugli episodi della vita di Totò partendo dalle umili origini fino alla consacrazione di critica e pubblico che lo vide acclamato finalmente anche nella sua Napoli. A scuola riceve involontariamente un pugno dal maestro che voleva insegnargli la boxe. L’incidente gli devia il setto nasale. Ma torna utile quando è il momento di decidere quali caratteristiche dare alla sua maschera. Debutta come attore nelle periodiche, ma sono prove deludenti. La somiglianza con il comico fantasista Gustavo De Marco è troppo evidente. Intanto si esercita con le imitazioni, ispirandosi ai personaggi osservati per strada (nasce così la celebre macchietta di Gagà).

Quindi la decisione di andare via da Napoli, arruolandosi come volontario per la guerra. Grazie alla simulazione di un attacco epilettico schiva il pericolo di andare al fronte in Francia. La difficile relazione con il caporale del reggimento è una scuola di vita e fonte di ispirazione. Da qui nasce l’espressione – e più tardi un film – Siamo uomini o caporali, contrapponendo l’abuso meschino di un superiore all’umiltà di un uomo perbene. E alla fine Roma, la città piena di opportunità. La gavetta nella compagnia di Umberto Capece, i primi contratti offerti dall’impresario Giuseppe Jovinelli. E così il successo e il ritorno a Napoli per la prova più grande: la conquista del pubblico che lo aveva fischiato da giovane.

Antonio Grosso recita senza chiudere il personaggio dentro i confini di una caricatura già vista. Le caratteristiche della comicità di Totò ci sono tutte, inconfondibili, ma non c’è imitazione. Semmai il ricordo della mimica e della gestualità, delle battute dette a raffica e dei giochi di parole. Antonello Pascale interpreta con perfezione da orologiaio tutti gli altri personaggi della storia.

La scena, curata da Marco Maria Della Vecchia, è semplice. Due altalene penzolano dalla graticcia. Una per lui e l’altra per Eduardo, la figura romanzata del cugino e confidente, sempre presente in ogni avventura di Totò. Mentre sono le luci di Giacomo Aziz a disegnare le tappe del complesso girovagare dell’artista. Repentine nei cambi, riflettono gli umori di una vita fra alti e bassi, difficoltà e successi. Come in una giornata di cielo sereno variabile, magari davanti al mare, a passeggio lungo il golfo della amatissima e bellissima Napoli.

data di pubblicazione 12/04/2025


Il nostro voto:

2 Commenti

  1. Lo spettacolo è da vedere e rivedere! Antonio e Antonello – eccezionali – ti introducono, con il loro tempismo perfetto e la loro comprovata complicità, nel mondo di Totò in cui tu hai la sensazione di incontrare tutti i personaggi in cui si imbatte il “piccolo principe”. Da non perdere assolutamente.

  2. Bella recensione che lascia intravedere il ritratto dell’uomo dietro la maschera. Sembra quasi di vederli, quel pugno sul naso, i fischi di un pubblico ignaro… e il fucile imbracciato per “andare in guerra”; controprova di un’esistenza fuori dal comune, tragicomica malgrado tutto. Una cartina di tornasole…o una irriverente “carta bianca”!
    Grazie, Paolo.

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