IL GIORNO IN CUI MIO PADRE MI HA INSEGNATO AD ANDARE IN BICICLETTA

di Sandro Bonvissuto con Valerio Aprea

(Teatro India – Roma 15/27 ottobre 2024)

Apre la stagione del Teatro India di Roma Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta, da un testo di Sandro Bonvissuto, splendidamente interpretato da Valerio Aprea. Un racconto che diventa una magica trasposizione teatrale, incentrata sul rapporto padre-figlio capace di catturare lo spettatore e di proiettarlo indietro al tempo di una memoria lontana e vicina al cuore di tutti (foto Stefano Cioffi).

Un reading intenso, prodotto dal Teatro di Roma e che ha aperto la stagione del teatro India. Un racconto che riporta ai ricordi assolati delle estati dell’infanzia, fatte di luce accecante dai contorni nitidi e indeformabili: siamo in una calda giornata d’agosto al mare di un bambino e dei suoi amici, vissuta dalla mattina fino alla sera. In quel giorno d’estate il bambino è emarginato dai compagni di giochi perché non sa andare in bicicletta e non sa come imparare. Non c’è una tecnica, una logica da apprendere, un approccio corretto. È un rito che solo un padre può far comprendere ad un figlio. Ed è a lui che chiede aiuto. Ecco allora che quella strana alchimia permette magicamente al bambino di acquisire i concetti di equilibrio e velocità, spalancandogli improvvisamente le porte del mondo dei grandi e dando da quel momento in poi anche un senso più profondo al suo rapporto con il padre.

Onirico, comico, poetico, commovente, il racconto ha la capacità di rievocare in tutti noi il giorno in cui imparammo ad andare in bicicletta, tappa fondamentale di crescita dietro la quale non c’è solo l’apprendimento di un semplice atto motorio, ma la scoperta di molto altro.

La voce narrante di Valerio Aprea ci guida meravigliosamente in questo viaggio interiore, dove il protagonista riflette e supera incertezze e paure ed è pronto alle scoperte ed al confronto con gli altri. La bicicletta diventa così il simbolo della libertà appena conquistata, ma anche della solitudine e della consapevolezza che questa comporta. Un gioco armonico tra parola scritta e parola interpretata, tra racconto e riflessioni reso vivo grazie ad una trasposizione fisica incredibile, che riporta il protagonista a quel bambino alle soglie del mondo degli adulti, a quella parte infantile di ognuno in cui ci si riconosce completamente.

data di pubblicazione:19/10/2024


Il nostro voto:

1 commento

  1. Semplicemente meravigliosi sia il testo sia Valerio Aprea.

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