(Teatro Eliseo – Roma, 3/22 marzo 2020)
Un’opera minore di Ibsen il cui repertorio è completamente gettonato con una secolaristica riattualizzazione dei temi. Scena in chiaroscuro come le voci a volte poco audibili dei protagonisti per cento minuti di spettacolo.
Interno norvegese, intreccio torbido e pieno di non detti e di inespressi. La reputazione del costruttore Solness, sostenuta dal mestiere attoriale di Umberto Orsini (85 anni), è vistosamente insidiata dai chiacchiericci sui suoi trascorsi. Il contrasto tra vecchi e giovani e conseguente ricambio generazionale è la cartina di tornasole per analizzare il vissuto (e i peccati) del protagonista, tra sogno e realtà. La scena fa quasi lo spettacolo: un parallelepipedo smontabile che a seconda dei movimenti di apertura e chiusura descrive il momento psicologico dei personaggi. Solness sembra sempre di più stretto della morsa dei sospetti e delle insinuazioni femminili (verità o finzioni?) e della mancata promozione professionale del suo giovane assistente. Sfiderà i pregiudizi e gli echi del passato salendo pericolosamente su un’impalcatura delle sua ultima creazione. La fine è nota: cadrà. Soluzione e scioglimento affidata all’ovvia conclusione dello spettatore. Incombe sul suo destino anche la mancanza di prole: ha progettato tre camere per i bambini che risultano vuote. La compagnia assemblata sotto l’egida della Teatro Stabile dell’Umbria è un mix di vecchi e giovani. E la figlia d’arte, Lucia Lavia, scala un altro difficile momento di una carriera che si annuncia fulgida quanto propiziata dalla fortuna di un padre come Gabriele. Vocalità sofferta e intuibile all’inizio con vistosa differenza qualitativa rispetto al sonoro delle voci registrate: particolari migliorabili dopo una prima a platea da tutto esaurito per i generosi inviti di Luca Barbareschi che ha ribadito in apertura l’ultimatum alle attualità silenti. Dopo le ultime repliche di stagione il Teatro Eliseo (ed il Piccolo) chiuderà i battenti. Per dirla con Pirandello Così è se vi pare. Ma chi ci crede?
data di pubblicazione:04/03/2020
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