(Teatro India – Roma, 20/24 gennaio 2016)
A birritta cu’ i ciancianeddi (Il berretto a sonagli) è una commedia che Pirandello scrisse nel 1916, direttamente in dialetto siciliano, per farla rappresentare dalla compagnia teatrale di Angelo Musco il quale volle subito snellirne il testo originario, troppo pieno di riferimenti e riflessioni sulla condizione esistenziale dell’uomo, al fine di renderlo più leggero, sicuramente più comico e quindi più adatto alla sua interpretazione.
I vari personaggi ruotano intorno alla figura di Beatrice, sposata con il Cavaliere, che monopolizza l’azione con la sua incontrollabile gelosia dopo aver scoperto che il marito la tradisce con la bella Nina, moglie del contabile Ciampa. Incitata dalla tenace Saracena, Beatrice deve assolutamente vendicare l’affronto subìto e convoca in casa il delegato Spanò, che rappresenta la legge, per sporgere denuncia ed organizzare l’arresto dei due amanti. Dissuasa invano dalla fedele serva Fana, dal fratello Fifì e dalla madre Donna Assunta, la donna rimane tuttavia decisa a rendere pubblico il tradimento, consegnare alla giustizia la coppia fedifraga e riacquistare la propria libertà. Convocato con un pretesto Ciampa, lo stesso ammette di essere al corrente, come tutti in paese, della tresca amorosa e sostiene che sarebbe capace, in preda all’ira, di uccidere la bella moglie pur di riscattare la propria dignità di uomo tradito.
Ma la ragione sembra aver qui il sopravvento e suggerisce che la soluzione migliore è mettere le cose a tacere, senza sollevare un gran polverone che non conviene proprio a nessuno.
Qui Pirandello introduce un concetto molto significativo, che poi sarà la peculiarità non solo della sua opera drammaturgica ma del proprio modus vivendi privato: ognuno di noi è come se avesse dentro la propria testa tre strumenti, tre corde, che può manipolare a proprio piacimento secondo le circostanze. La corda pazza è quella che ci fa agire d’istinto, senza valutare le conseguenze dell’azione posta in essere; quella seria rimette le cose a posto portandoci verso la ragione ed ha una funzione critica oltre che morale; la corda civile, infine, è quella che svolge un’azione mediatrice, convenzionale, di facciata e che ha spesso il sopravvento in quanto imposta dal buon vivere civile.
In questi termini sembrerebbe quasi che Pirandello voglia riprendere i temi analitici appena elaborati da Freud che sosteneva che la psiche umana è come divisa in tre settori che interagiscono tra di loro (id, super ego, ego), solo che mentre Freud ne ricava uno studio meramente introspettivo, rivolto allo studio del sé, in Pirandello il sistema è invece rivolto verso l’esterno, verso il sociale. Ognuno di noi quindi è come un burattino (pupo), una maschera che si muove in pubblico cercando di non infrangere le convenzioni borghesi, evitando possibilmente di esternare la propria vera natura e mettendo così in perenne conflitto il sé con gli altri, nella continua ricerca dell’equilibrio.
Ecco che Beatrice pur agendo d’istinto per rivendicare giustamente la propria dignità di donna tradita ed umiliata (una femminista “ante litteram”), dopo aver ottenuto l’arresto dei due amanti, si troverà ad essere quasi forzatamente ricondotta alla ragione dagli altri che la convinceranno ad adottare una posizione di compromesso, in cui l’unica strada percorribile per salvare le apparenze ed evitare scandali inutili, che non giovano a nessuno, è quella di fingersi pazza e di confessare di aver agito solo d’impulso. Come? Gridando a tutti quella verità a cui nessuno crederà.
Valter Malosti, regista oltre che interprete di Ciampa, è riuscito a portare in scena con grande accortezza una tra le più complesse opere drammaturgiche di Pirandello adattando il testo originario, per renderlo comprensibile ad un vasto pubblico, pur mantenendo l’incisività del dialetto siciliano nella narrazione stessa. L’allestimento scenico di Carmelo Giammello risulta essenziale e congeniale per esaltare la bravura degli attori della Compagnia Teatro di Dioniso.
Posti esauriti in sala e pubblico entusiasta.
data di pubblicazione:25/01/2016
Il nostro voto:
Ottimo questo commento!
Ottima recensione. Penso di andare allo spettacolo.
Recensione ottima, chiara e completa.