Si racconta degli inizi, della vita, della crescita e del talento di Zlatan Ibrahimovic, icona del calcio mondiale. Si parte dalla sua infanzia nelle periferie svedesi. Una famiglia di immigrati balcanici che a fatica va avanti senza togliere peraltro ai figli la possibilità di studiare e praticare sport. La scuola non è l’attività preferita del piccolo Zlatan che trova invece nei campi di calcio la ragione di vita…fino a diventare un giovane campione e passare dal Malmo all’Ajax e poi alla Juventus… ed è a questo punto che la pellicola s’interrompe, dal momento che il resto è … “storia di successi” che ancora continua.
Chi si aspettava un docu-film sul famoso attaccante (uno che ha vinto quasi tutto nelle più prestigiose squadre del mondo di calcio) potrebbe rimanere deluso dalla pellicola di Sjogren, regista pubblicitario con al suo attivo diversi film in Svezia (mai distribuiti da noi). Il calciatore compare, in realtà, solo nei titoli di testa e di coda e in poche immagini di repertorio. Sono invece attori, anche molto espressivi, a interpretare il campione nelle diverse età della vita: bambino e giovinetto di belle speranze. Siamo quindi di fronte al “solito” film su uno sportivo (ma potrebbe essere una rock star) che parte da situazioni problematiche: ambiente, famiglia, scuola, coach, fidanzate, avversari per trovare, infine, la strada più congeniale ed esprimere il proprio innegabile talento. Personaggio non facile, poco incline a sottostare alle regole, l’esistenza del piccolo Zlatan, per come la racconta lui stesso nella sua biografia (Io, Ibra) e Sjogren in un racconto onesto seppure benevolo, non è stata una passeggiata, ma la forza interiore, la voglia di emergere, certamente il desiderio di riscatto sociale e naturalmente le sue doti ne hanno fatto il campione che tutti conoscono. I meriti del regista vanno ascritti a una narrazione sobria, a riprese di eventi sportivi (le partitelle fra ragazzi e poi quelle fra i team svedesi) assolutamente credibili, alla scelta degli attori protagonisti dai nomi impronunciabili (Granit Rushiti e Dominic A. Bajraktani) e dei loro comprimari (padre e madre del nostro) tutti perfetti nei rispettivi ruoli. E’ legittimo porsi una domanda: può interessare un pubblico vasto ed eterogeneo? Non saprei, ma ai giovani tifosi che conoscono e amano il calcio, certamente il film piacerà e credo anche per fanatismo/fideismo agli adulti tifosi di Juve, Inter e Milan, …che, da noi, non sono pochi. Altro è chiedersi se I Am Zlatan, sia un film da Festival o Festa del Cinema, e lì qualche dubbio rimane.
data di pubblicazione:21/10/2021
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