So che qualcuno potrebbe storcere il naso riguardo alla scelta di recensire una serie televisiva e per di più prodotta da Netflix … lo so il cinema è un’altra cosa! Ma Godless, la mini serie ideata e scritta da Scott Frank che è stato sceneggiatore di film quali Malice, Get Shorty, Out of Sight, Minority Report, The Wolverine e Logan, per citare i più conosciuti, ha troppi meriti per non essere inserita fra i piccoli gioielli dell’anno. Intanto la produzione è a cura di Steven Soderbergh (Sex, Lies, and Videotape), a garanzia di stile e dialoghi di ottimo livello. Altro punto di forza è stato riuscire a rivitalizzare un genere, il western, che, seppure non è mai morto del tutto, ha perso negli anni il suo primogenio smalto. In Godless, come avrebbe detto il grande Tullio Kezich, c’è tutto, un concentrato di John Ford, la violenza di Sergio Leone e Sam Peckinpah, la nostalgia di Mann.
Naturalmente tutto questo non avrebbe senso se si trattasse solo di un esercizio ben fatto sul genere, va sottolineato, invece, che il tocco di Soderbergh si sente nel potente connubio fra storia (donne dure che difendono il loro paese oramai senza uomini) e dialoghi, fra racconto, sempre serrato e paesaggi, non senza trascurare (merito della narrazione seriale) i risvolti psicologici dei protagonisti, tutti interpretati da magnifici attori (su tutti Jeff Daniels) e attrici (la magnifica Michelle Dockery di Downton Abbey). Accennavo ai dialoghi sempre asciutti e mai banali ma tutto in questa rappresentazione del bene e del male riuscirà ad emozionarvi.
Con l’occasione segnalo a quanti hanno a cuore il cinema, la scomparsa di Vito Attolini, per anni critico della Gazzetta del Mezzogiono, autore di innumerevoli testi sul cinema, grande appassionato e splendida persona di cui sentiremo certamente la mancanza.
data di pubblicazione:13/12/2017
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