Tratto dal monologo di un padre, come Michele Serra ha definito il suo non-romanzo Gli sdraiati, il film di Francesca Archibugi liberamente ispirato ad esso è una gradevole storia, scritta a quattro mani con Francesco Piccolo, in cui compaiono personaggi che nel libro non ci sono ma che ci consegnano il senso profondo di ciò che Serra ha voluto trasmetterci: una lunga lettera senza risposta di un padre ad un figlio.
Intelligenza, ironia, profondità sono gli ingredienti di questa nuova avventura della regista e sceneggiatrice di Mignon è partita, Il grande cocomero, L’albero delle pere, Lezioni di volo, Questioni di cuore. Un padre ed un figlio visti da una donna, con un occhio attento alle loro sofferenze, ai loro silenzi così carichi di tante parole, al loro senso di abbandono: tutto questo senza lacrime o drammi, ma con quella leggerezza di chi riesce a descrivere i sentimenti senza sentimentalismi, entrando nelle pieghe dei turbamenti di un padre che non riesce a ritrovare la rotta e di un figlio che resiste con maturità mista ad un muro di insofferenza ai suoi tentativi goffi, seppur colmi di un amore smisurato, per appianare le loro diversità.
Claudio Bisio, che ha già portato a teatro questo ruolo nello spettacolo Father and son, è molto bravo nell’esprimere il tentativo impotente di insegnare delle regole ad un figlio che non le vuole apprendere, in questo dialogo tra opposti che non sanno riconoscersi e rispettarsi, in un film che al contrario è un inno al vivere e lascia vivere in cui è importante, anzi fondamentale, per un genitore essere presente senza invadere, andando incontro con rispetto, pazienza e comprensione a chi non ha ancora formati gli strumenti per difendersi, astenendosi dal dettare troppe regole che inevitabilmente vengono disattese creando disinteresse.
Come è già accaduto in altri film della regista romana, anche ne Gli sdraiati la Archibugi riesce a mettere a fuoco il punto di vista dei figli, non solo di Tito interpretato in modo molto convincente dal giovane esordiente Gaddo Bacchini, ma anche dei suoi compagni, un gruppo di amici che ci raccontano quell’alchimia tutta maschile che li unisce, che li rende forti ed invincibili come dei supereroi, impermeabili ai dolori della vita ed alle loro diversità sociali.
Film equilibrato, di cui se ne consiglia la visone anche a chi figli non ne ha.
data di pubblicazione:03/12/2017
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film gradevole e profondo allo stesso tempo. La recensione di Lucrezia come sempre sottile e sofisticata grazie