Justin (Nicholas Hoult) ha conosciuto e superato momenti difficili. Ama la moglie e presto sarà padre. Viene prescelto come giurato per un processo molto mediatizzato di violenza domestica con omicidio. Durante il dibattito scopre inaspettatamente che può essere implicato nella vicenda. Come far “fare giustizia” senza porre anche se stesso in pericolo? Tacere o liberare la propria coscienza? Quale sarà la cosa giusta?…
Clint è un grande narratore. Sa sicuramente come raccontare una storia complessa e renderla una “Buona Storia”. Questo giovane autore di appena 94 anni, uno degli ultimi Grandi Maestri del Cinema Americano ancora attivo, ci regala oggi il suo 41° lungometraggio. Non un capolavoro indimenticabile ma di sicuro un buon film di notevole vitalità ed intelligenza sulla Giustizia negli Stati Uniti e su un dramma morale individuale di eccezionale ambiguità. Eastwood dirige con il suo inconfondibile stile minimalista, con un approccio sobrio, scarno ma solido. Una messa in scena semplice, lineare, quasi classica. Perfetto il montaggio e il dosaggio dei tempi fra velocità, concisione e chiarezza. Osserva con acutezza i vizi e le virtù dell’America, cattura ogni attimo di tensione ed orienta le emozioni dello spettatore. Pur con modi ogni volta diversi, il regista prosegue con passione, lucidità e coerenza tematica il suo percorso sul concetto di individuo. L’uomo normale, il singolo posto di fronte a situazioni impreviste ed eccezionali. Una riflessione continua sulla vita e sulle scelte talora contraddittorie che ognuno può trovarsi a dover fare. Il dilemma morale di assumersi o meno la responsabilità delle proprie azioni.
Giurato numero 2 è un courtroom drama, un film di aula giudiziaria. Clint, sulla scia di capolavori del passato come La parola ai giurati (1957) e Anatomia di un omicidio (1959), rivisita e rinnova a modo suo il genere processuale. Dietro l’apparente classicismo c’è un approccio nuovo e un originale ribaltamento della suspense sull’esito del dramma di coscienza del nostro giurato e sul rapporto Verità e Giustizia. Il film impressiona per la sua efficacia, per il ritmo e per il taglio con cui sono rappresentati avvocati d’ufficio, procuratori ambiziosi, giurati condizionati dai propri pregiudizi e dalla fretta di tornare ai propri affari. Come potrà mai trionfare la Giustizia? Il film stesso è il processo e lo spettatore che, come il nostro giurato, sa la Verità, assiste impotente, avvinto alla poltrona in un crescendo di incertezza fino all’ultimo fotogramma.
Il sottile lavoro del regista è ben supportato dalla scelta di un casting impeccabile. Hoult buca lo schermo con la sua fragilità e ricorda il giovane Henry Fonda. Perfetti come sempre nei film americani i secondi ruoli e i coprotagonisti. Su tutti spicca Toni Collette.
Giurato numero 2 è un thriller psicologico introspettivo che coinvolge dall’inizio alla fine. Uno dei lavori più maturi di Eastwood. Un film apparentemente “normale”, ove tutto è normale e complicato come nel quotidiano. Per sapere fare molto bene una cosa così si deve essere davvero un Maestro del Cinema!
data di pubblicazione:13/11/2024
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