regia di Piero Maccarinelli, con Massimo De Francovich, Francesco Bonomo e Pietro Giannini
(Trend – Teatro Belli – Roma, 2/3 dicembre 2023)
Tre omosessuali di tre epoche diverse. Due relazioni che si formano nell’arco di quindici anni. La storia di Beau, Rufus e Harry si inserisce nello spazio che la rassegna Trend. Nuove frontiere della scena britannica, in scena al teatro Belli e diretta da Rodolfo di Giammarco, dedica agli orientamenti arcobaleno.
Gently down the stream è un testo con un potenziale narrativo e teatrale affascinante, soprattutto se presentato da bravi e preparati attori come quelli voluti in scena dal regista Piero Maccarinelli. Si percepisce chiaramente il valore artistico che appartiene al lavoro del 2017 del drammaturgo e scrittore Martin Sherman (autore di Bent, la storia che racconta la persecuzione nazista contro gli omosessuali), realistico e attuale nonostante Maccarinelli abbia scelto di fare per la messa in scena una lettura agita, con gli attori che tengono tra le mani il copione. Una debolezza tuttavia compensata nell’impianto scenico, dove l’arredamento composto di sedie, tavoli, lampade e un divano crea l’ambientazione e fornisce dinamicità e movimento all’azione.
Massimo De Francovich è Beau, un anziano omosessuale americano con un passato da pianista di successo che ora vive a Londra. Siamo all’inizio del nuovo millennio e internet sta lentamente entrando nella vita delle persone. Incontra Rufus (Francesco Bonomo) su Gaydar, un sito di incontri per persone omosessuali antenato delle più moderne app per smartphone. Rufus è un avvocato che trova sexy e interessante tutto quello che viene dal passato. Sarà per questo che si innamora di Beau, di molti anni più vecchio di lui. Ma se per gli americani tutto deve avere un senso, non è così in Inghilterra. Rufus infatti trova interessanti gli uomini maturi perché hanno un passato da raccontare e Beau ha tante storie e molta esperienza da condividere. Intanto è stato il pianista di Mabel Mercer, le cui canzoni fanno da colonna sonora alla narrazione e che definisce un miscuglio di Harlem e Buckingham Palace per essere figlia di un musicista nero americano e una cantante inglese di music hall. Poi ha avuto tante storie e con queste tante ferite che lo hanno reso l’uomo disilluso, pragmatico ma ancora curioso che è oggi. Uno dei suoi vecchi compagni è morto di AIDS negli anni ’80; un altro è rimasto vittima dell’attacco incendiario al locale gay Upstairs Lounge di New Orleans nel 1973. Accetta allora di avere una relazione con Rufus, facendosi carico anche dei problemi del ragazzo. Rufus è bipolare e ha bisogno di cure e attenzione.
Il passare del tempo però trasforma i papà in nonni e allora qualcosa comincia a cambiare. Rufus si innamora a sua volta di un ragazzo più giovane di lui e lascia Beau per Harry (Pietro Giannini). L’abisso che separa il nuovo arrivato dal vecchio Beau è enorme. Per Harry, iperattivo e ansioso fino alla patologia, è normale pensare di unirsi civilmente e desiderare dei figli. Nel 2015 le cose sono cambiate, soprattutto in materia di diritti. Per Beau invece tutto questo suona quasi come uno scandalo, che De Francovich esprime con sincera incredulità. Il suo personaggio appartiene alla vecchia scuola.
La storia prosegue senza eccezionali colpi di scena. Rufus e Harry hanno una figlia. Beau approfondisce la conoscenza delle chat di incontro e parte per incontrare altri uomini a Sitges, meta spagnola molto popolare tra i gay. Prendendo spunto dal titolo della pièce, tutti e tre i personaggi alimentano ognuno a suo modo questo dolce e a volte accidentato ruscello che è la vita. Gently down the stream è una piacevole e divertente passeggiata che consigliamo di fare. Attenzione solo a non confondere nel giudizio le patologie dei personaggi con il loro orientamento sessuale.
data di pubblicazione:09/12/2023
Il nostro voto:
0 commenti