Fragile Show è una festa di artisti, ma anche la tragedia di una festa in cui non c’è nulla o nessuno da festeggiare. Mastino, unico protagonista, è tutt’uno con la panca solitaria attorno a cui si aggira nervosamente quando il pubblico entra in sala. La panca diventa punto d’osservazione di una festa e di una vita d’artista a cui, come festeggiato, il protagonista si vuole sottrarre. Chi tace acconsente…no! -urla Mastino – chi tace può non aver nulla da dire, chi tace prende tempo…pensa! Mastino farfuglia il coraggio inconsapevole di dirsi fuori, di battere il tempo dell’insuccesso d’artista, che sia quello personale o dei compagni di conservatorio convenuti. Artisti a cui restano soltanto orpelli delle lontane aspirazioni – Non ho capito perché per quelli che si dichiarano artisti il cappello è d’obbligo -. Mastino ha le sembianze di un clown e la voce volutamente impastata di accenti toscani di Andrea Trapani. Il percorso è quello della ricerca drammaturgica e scenica sul tema dell’inettitudine portato avanti dalla compagnia Biancofango (lo stesso Trapani e Alessandra Macrì) dal 2005, con una trilogia di cui Fragile Show, in scena al Teatro Orologio dal 20 Gennaio al 1 Febbraio 2015, è il terzo tempo. Con debiti e gratitudine a Il soccombente di T. Bernhard è il sottotitolo dello spettacolo che, come tutta la trilogia, nasce dalla lettura di Thomas Bernhard e dalla ricerca del ritmo di un respiro. Ritmo e tempo di esecuzione che Mastino, nel finale, cerca disperatamente di battere, tragicomico conduttore di un’orchestra invisibile, mentre in sala di diffondo le struggenti note e parole di Lontano, lontano di Tenco. E la caduta dalla panca riempie il silenzio musicale che precede quel di un amore ormai troppo lontano che chiude il brano e le speranze di una ricerca ormai vana.
data di pubblicazione 22/01/2015
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