Ansa e Holappa conducono una vita in totale solitudine, in una Helsinki anonima piena di ingiustizie e sfruttamento. Lui è diventato alcolizzato per esorcizzare una forma di depressione cronica; ma quando il destino li metterà l’uno di fronte all’altra, entrambi inizieranno a intravedere una possibilità, sia pur remota, di intrecciare un rapporto, forse solo di amicizia, forse anche d’amore. Le circostanze faranno in modo di allontanarli, ma alla fine si ritroveranno per iniziare un percorso insieme…
Aki Kaurismäki, ben noto regista finlandese che ha ottenuto per questo film il Premio della Giuria all’ultima edizione del Festival di Cannes, segue un suo percorso cinematografico all’insegna del totale minimalismo. In patria il film è stato accolto molto favorevolmente dal pubblico, ma all’estero la pellicola si è aggiudicata diverse nomination nei più importanti festival internazionali. Kaurismäki è di suo di poche parole, con un carattere schivo e impenetrabile, esattamente come i personaggi della maggior parte dei suoi film. Anche in Foglie al vento i due protagonisti Ansa e Holappa non comunicano molto, sono per natura ermetici nell’esprimersi, ma nello stesso tempo dimostrano carattere quando si accorgono di essere sfruttati sul lavoro. Si ritrovano in una società senza scrupoli, volta al conseguimento di una ricchezza all’insegna del capitalismo più bieco. L’atmosfera è pesante, mentre la radio diffonde continuamente notizie devastanti sull’offensiva russa in Ucraina. Tutto è predisposto per avviare i due verso un tunnel buio senza via d’uscita. E come il caso li ha fatti conoscere, così sembra prendersi gioco delle loro vite e li separa senza lasciare loro il tempo di scambiarsi i nomi, precludendo ogni possibilità di rincontrarsi. Questo eccessivo nichilismo che traspare nelle persone sotto forma di trascuratezza, appesantisce l’atmosfera già dai toni piuttosto cupi, come le foglie morte trasportate dal vento. Il regista trova spazio per omaggiare il cinema di una volta facendo apparire spesso sullo sfondo locandine di vari film di successo che con buona approssimazione riconosciamo, seppur indicati nell’incomprensibile idioma finlandese. Un film di nicchia, quasi poetico, che tra silenzi e pochi dialoghi riesce comunque a trasmettere un filo di speranza con un linguaggio essenziale, tipico di alcuni paesi nordeuropei, fatto di malinconia e di vuoto esistenziale spesso affogato nell’alcol.
data di pubblicazione:28/12/2023
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