FIRST COW di Kelly Reichardt – BERLINALE 2020

logo(70 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – Berlino, 20 Febbraio/1 Marzo 2020)

Ai margini di un placido fiume, un ragazza dei giorni nostri passeggia con il suo cane quando fa una macabra scoperta che si riferisce a qualcosa avvenuta tanti anni prima. La storia infatti inizia nel 1820 in Oregon, allora terra selvaggia lontana da qualsiasi forma di civiltà: un luogo dove convivono bianchi e indiani per cacciare e commerciare pelli. Un povero cuoco, chiamato appunto Cookie, e un immigrato cinese, King Lu, si incontrano per iniziare un sodalizio commerciale, ma il punto di partenza sarà una vacca, la prima ad apparire in questo inospitale Far West…

Del tutto inusuale che una donna si imbarchi nell’impresa di dirigere un Western, genere cinematografico normalmente “maschio”, anche se lo fa alla maniera soft di Wim Wenders, ma senza di stazioni e jukebox. Kelly Reichardt, americana di nascita, ci prova dando un suo punto di vista particolare che vuole sfidare il mito romantico del West, dal momento che nel suo film è tutto decisamente fuori da ogni canone, almeno da quello che sinora siamo stati abituati a vedere. Basato sull’omonimo romanzo di Jonathan Raymond, che ne ha curato anche la sceneggiatura, la storia tratta della singolare amicizia tra un cuoco (John Magaro) e un cinese (Orion Lee), entrambi outsiders per definizione, che decidono di avviare un’attività dolciaria utilizzando il latte che di notte vanno a rubare mungendo l’unica vacca esistente nel territorio. Non ci è dato di sapere molto del prima e del dopo che riguarda i due eccentrici protagonisti, intuiamo solo che Cookie è colui che lavora, operativo in tutto sia nel rubare il latte che nel preparare i dolci, mentre King Lu è la mente organizzatrice e che non nasconde le proprie ambizioni di diventare ricco e di aprire una redditizia attività in un luogo più civilizzato. La regista ci tiene ad informare: “in un periodo di grandi tensioni economiche e sociali mi sento fortunata di lavorare al Bard College di New York, dove insegno per un semestre e mi sento poi libera di dedicarmi al cinema che non mi ha mai portato un dollaro di guadagno. Non è da folli girare un film su una vacca e con due attori che nessuno mai riconoscerà?” La Reichardt mostra tutto il suo talento nel riuscire a raccontare di persone ai margini della società, lontano dal trambusto delle grandi città, e lo fa con grande professionale sensibilità con un Western senza sparatorie, dove si parla di miele e dolci, rimandando comunque a quel sogno americano del farsi da sé per raggiungere l’agognato benessere sociale ed economico.

data di pubblicazione:22/02/2020








1 commento

  1. Vorrete scusare e comprendere il mio forse eccessivo entusiasmo da neofita, ma la recente scoperta dei consigli di Accreditati Cinema mi ha entusiasmato perché mi regala opportunità di un gentile orientamento su un Cinema di qualità.
    A tal proposito, apprezzo molto le esaustive corrispondenze da Berlino e chiederei e suggerirei anche di visionare per noi quanti più film stranieri possibili piuttosto che film italiani che poi verranno distribuiti in Italia e per i quali Accreditati avrà tutto il tempo e il modo di parlare esaustivamente come sa già fare.

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