Mentre incendi divampano in aeroporti e su autobus, a Roma, niente impedisce agli imperterriti spettatori del festival spagnolo di godersi la seconda serata. A presentare e commentare il film delle 20, Io, don Giovanni, il regista, Carlos Saura, e l’attore protagonista, Lorenzo Balducci. Una coccola per il pubblico la possibilità di saperne di più direttamente dalla viva voce del regista e del protagonista, un valore aggiunto che caratterizza da sempre questo festival. Saura ci spiega l’importanza fondamentale della musica nella sua vita e, di conseguenza in tutti i suoi film. Balducci ci racconta invece di utilizzare la barba quale strumento di seduzione, e di aver dunque avuto difficoltà, inizialmente, a calarsi nella parte di un seduttore…sbarbato! Sullo schermo Balducci presta volto e voce alle vicende di Lorenzo da Ponte, librettista del Don Giovanni di Mozart e a sua volta libertino in esilio a Vienna. Il film è un connubio di musica, di luce, di piani che si intersecano, come accadeva in Carmen, tra la storia di da Ponte, pupillo di Casanova, il racconto di un’epoca e le vicende di uno dei personaggi che affascinano da secoli uditori di epoche diversissime: don Giovanni. Una menzione particolare alla ricerca di sintesi tra musica e luce che Saura ha perseguito in questo film, che dichiara essere il suo preferito tra quelli da lui girati, grazie alla collaborazione con un direttore della fotografia quale Vittorio Storaro, che ama definirsi “cinefotografo”. Lasciate le meravigliose arie di Mozart e la scrittura con la luce di Storaro e Saura, una pietanza completamente diversa, con un film della “Nueva Ola”: Morirono al di sopra delle loro possibilità. Un film caustico, oserei dire “tagliente” (chi ha visto o intravisto il film tra le dita che coprivano gli occhi, apprezzerà la battuta!), forse spinto un po’ troppo lungo la strada della dissacrazione nella scelta dei dialoghi e degli schemi narrativi, con qualche caduta dettata dalla ricerca di dirompenza e causticità. Ma certamente un titolo che ci immerge nelle atmosfere del nostro tempo, portando il discorso su crisi, giustizia sociale, anche grazia alla sua particolarità di produzione. Tutto il cast e il regista sono i produttori della pellicola, e i loro compensi saranno dati dai guadagni ottenuti dal film. Auguriamo buona fortuna a questi “rivoluzionari” mascherati da panda, forse a dirci che ormai, anche i rivoluzionari, sono in via di estinzione. Appuntamento a domani per il resoconto della terza serata.
data di pubblicazione 09/05/2015
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