Presentato in occasione dell’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Ferrari di Michael Mann, con Adam Driver e Penélope Cruz, è un affresco della vita familiare del famoso imprenditore modenese in un periodo in cui si rendeva necessario, per evitare il fallimento, un decisivo cambio di rotta dell’azienda che dieci anni prima, lui e la moglie, avevano creato dal nulla.
Michael Mann, sullo sfondo dei preparativi della Mille Miglia, porta sul grande schermo la storia personale ed intima del grande imprenditore e dirigente sportivo modenese, che fondò l’omonima casa automobilistica. Ex pilota, Enzo Ferrari costruì inizialmente con sua moglie Laura un vero e proprio impero, destinato ad entrare nella leggenda. Il film è ambientato nell’estate del 1957 dietro i fasti della Formula 1 e l’organizzazione della lunga e pericolosa corsa che attraversava l’Italia chiamata Mille Miglia. Ma in quel periodo il commendatore attraversava una profonda crisi personale a causa la fine del suo matrimonio iniziata dopo la prematura morte del loro unico figlio Dino avvenuta nel 1956 a soli 24 anni per distrofia, e dopo l’ufficializzazione di averne avuto un altro, Piero, da Lina Lardi (Shailene Woodley).
Il film è molto coinvolgente per quanto concerne i preparativi della gara, in cui le due aziende principali, Ferrari e Maserati, seppur per differenti ragioni, stanno affrontando il fallimento da cui si risolleveranno solo all’inizio degli anni ’60. Il rombo delle auto d’epoca è quello originale come le vetture stesse, e su una di queste un “biondo” Patrick Dempsey, che interpreta Piero Taruffi, taglierà il traguardo della Mille Miglia. Il regista è stato molto bravo anche nel far percepire il rischio che i piloti correvano sin da quei tempi e, chi è un appassionato di motori, potrà sicuramente cogliere quell’emozionante stato di euforia che fa vincere ai piloti il timore che qualcosa possa non andare per il verso giusto, vivendo molto intensamente proprio quel preciso istante perché la vita stessa dipende da esso.
Ma Ferrari, almeno nelle intenzioni del regista, non è un film destinato esclusivamente ad appassionati della materia, seppur la figura del commendatore non possa prescindere da ciò a cui ha dedicato tutta la sua lunga esistenza. Lo stesso Mann, in conferenza stampa a Venezia, lo ha definito un film intimo, sull’uomo, devastato dal dolore e bisognoso di un rifugio familiare che non riesce più a trovare nella sua casa. Il risultato però è una storia a tratti melodrammatica, di una persona provata, indurita, in un momento in cui i conflitti della sua vita personale collidono con quelli della sua vita professionale, che contrariamente alla intenzioni del regista risulta essere la parte più interessante del film. Adam Driver ha una presenza scenica notevole ed incarna il commendatore in maniera convincente. Risulta anche centrata Daniela Piperno, l’unica attrice italiana del cast, nel ruolo della madre di Ferrari, donna cattiva ma anche profondamente ironica, personaggio che riesce senza troppa difficoltà ad offuscare una scontata e deludente Penélope Cruz.
La pellicola, un po’ troppo americana per trattare una vicenda così tanto italiana, è tratta dal romanzo di Brock W. Yates Enzo Ferrari: The man, The Cars, The Races, The Machine.
data di pubblicazione:18/12/2023
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