Il cinema dell’America latina si conferma in ottima forma, da qualche anno il Sudamerica è fucina di nuovi importanti talenti registici, in primis il cileno Larrain a cui proprio la festa romana ha dedicato una retrospettiva e che ha vinto la Berlinale 2015, mentre anche all’ultima Venezia altri due registi ,uno venezuelano e uno argentino, hanno meritato i premi principali.
Davvero sorprendente è questo Eva no Duerme firmato da un giovanissimo ma già maturo astro, Pablo Aguero che come i suoi predecessori ha affrontato un tema scabroso, legato alla storia del suo paese, l’Argentina svolgendolo con impressionante originalità e creatività senza ossessioni realistiche, ma anzi con felici esiti visionari e potenti.
La storia è quella, che ha dell’assurdo, ma è vera, della complicata vicenda della salma dell’eroina Evita Peron, che alcuni governi e regimi hanno sottratto all’adorazione popolare prima di celarla in Patria e poi spedita in Vaticano, infine a furor di popolo riportata in Patria prima di una definitiva sepoltura e cementificazione.
I temi in gioco sono tanti e impegnativi: il valore delle icone popolari, l’eventuale sfruttamento di esse, la parabola di un Paese, l’incubo di una Storia sempre sull’orlo di abissi illiberali, eppure l’inventiva del giovane Aguero risolve con freschezza e stile personalissimo, trasformando la vicenda in esemplare apologo.
Spiace dirlo ma in Italia nessuno ha saputo trattare simili spettri del nostro passato, ad esempio l’argomento terrorismo anni settanta, con eguale e clamorosa forza espressiva.
data di pubblicazione 25/10/2015
0 commenti