(Altrove Teatro Studio – Roma, 14/16 aprile 2023)
Un dramma distopico tratto da un interessante testo inglese portato con coraggio sulla piccola scena del teatro d’innovazione. Passione a due con continui rovesciamenti di fronte, tenzone dialettica ma anche fisica con toni sovraeccitati per quasi due ore di generosa performance.
Dopo la fine perché qualcosa è già successo. Prima. Così i due protagonisti dopo una molto veridica esplosione nucleare e il rifugio in un bunker anti guerra fredda, in uno scenario d’attualità ormai molto verosimile, fanno contemporaneamente pace e guerra tra ammiccamenti sessuali, tentativi di mantenere le distanze, ingordigia dell’altro, affetto e repulsione. Così di fronte all’atteggiamento aggressivo del maschio che tutto preordina e predispone, segue l’ovvia reazione della donna che non ci sta a passare per vittima e vira nel ruolo di carnefice. Come si legge un continuo rovesciamento delle parti per approdare a una finale inaspettato che non riveleremo. Lo spettacolo è una continua pirotecnica esplosione di posizioni e mutamenti richiedendo il massimo impegno, anche gestuale, dei due bravi attori Greco e Ippolito. Progressione non facile anche per il pubblico chiamato se non a prendere posizione, a seguire questo continuo modernissimo gioco delle parti, metafora dei conflitti contemporanei. I due si dilaniano invano provando a varcare la soglia dell’oltre e del dopo. L’angosciosa ricerca di senso è rivolta verso quello che c’è fuori, il mondo bellico che ha decretato la loro attuale condizione. Un teatro di ricerca poco rassicurante, emblematico della nuova scena inglese. The end è quel varco della canzone di Jim Morrison e dei Doors, un limite all’infinito dietro cui si cela una sorta di auto-annientamento del genere umano. Scena spoglia e musica contemporanea assolutamente indicata per rappresentare un’atmosfera, abbondantemente gettonata soprattutto quando i dialoghi si fanno più rarefatti volgendo al termine.
data di pubblicazione:15/04/2023
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