(80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia)
“Ovunque ci sia un infelice, Dio invia un cane”. Luc Besson commuove e sorprende con il suo Dogman, presentato il 31 agosto in concorso alla 80ma Mostra del Cinema di Venezia, lungometraggio girato in lingua inglese che racconta la storia di Douglas (lo straordinario Caleb Landry Jones), un ragazzo con un profondo amore per i cani, unica nota felice di un’adolescenza di violenza e abusi.
Una strana figura viene fermata in mezzo alla strada dalla polizia. È al volante di un camion. Si intuisce che abbia un trucco sbavato sul volto ferito, una parrucca bionda ed un’improbabile vestito a la Marilyn. Si accascia sul volante. La polizia apre il camion che è carico di cani randagi: “se non fate del male a me, non faranno del male a voi”, urla, viene arrestato.
Evelyn (Jojo T Gibbs) è la poliziotta psichiatra che lo interroga e che apprende la sua terribile storia. Douglas ha vissuto con il padre allevatore di cani da combattimento, violento e fanatico religioso insieme alla moglie spesso malmenata ed indifesa ed all’altro fratello più grande sempre schierato dalla parte del padre. Per aver dato da mangiare di nascosto ai cani affamati viene chiuso nella gabbia dei cani dal padre. Douglas cresce in quella gabbia in condizioni disumane con l’unica via di fuga rappresentata dalle riviste lasciategli dalla madre a sua volta fuggita da quell’inferno. Un giorno il padre gli spara, facendogli saltare un dito e provocandogli accidentalmente una lesione alla spina dorsale che costringerà il ragazzo ad una sedia a rotelle. Uno dei cani lo salva, attirando l’attenzione della polizia. Inizia così la nuova vita da orfano, la mancata integrazione, l’amore non corrisposto, la passione per Shakespeare, l’esistenza simbiotica con le decine di cani, i suoi figlioli, fedeli e coerenti. Il trauma vissuto, di cui porterà addosso le conseguenze per tutta la vita, rendono Douglas un giovane uomo che vive circondato solo dall’amore dei suoi cani, che lo proteggono e lo comprendono. Nel viaggio tormentato intrapreso per guarire dai traumi infantili e dalle ferite fisiche, Douglas cerca di trovare la propria strada, anche se ciò significa infrangere le regole sociali. La riconciliazione lo attende dopo sofferenze infinite.
La favola nera sospesa nel tempo di Besson ha emozionato, fatto piangere e sorridere ma soprattutto ha colpito al cuore.
Il protagonista, interpretato da Caleb Landry Jones che ha gli occhi celesti e l’accento texano, ha una dolcezza infinita ma anche un destino crudele. Il trauma vissuto, di cui Douglas porterà addosso le conseguenze per tutta la vita, lo porta a sviluppare un attaccamento viscerale verso i soli esseri nei quali trovato serenità e salvezza.
Una favola speciale, agrodolce e malinconica, carica di suggestioni e di citazioni, delicata come lo splendido protagonista, così puro ma anche così determinato. Finora, l’applauso più sentito e scrosciante del Festival.
data di pubblicazione:07/09/2023
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