(Teatro Vascello – Roma, 15/20 maggio 2018)
Due donne, di due epoche diverse e lontane l’una dall’altra, dichiarano guerra al tempo, sfidandolo a colpi di parole che sono poesia recitata e poesia in musica. Lo spazio è una tela bianca sulla quale lasciare impressi i caratteri di una scrittura destinata a parlare per sempre a tutte le generazioni.
È uno spettacolo insolito quello messo in scena in questi giorni al teatro Vascello, ancora una proposta che obbliga a fermarsi e a riflettere. Insolito perché il testo è tratto dai Sonetti di Shakespeare, del quale conosciamo meglio le tragedie e i drammi. Insolito per il fatto che I Sonetti, che non furono scritti per essere destinati alla rappresentazione, vengono usati nella forma del dialogo tra due donne che provengono e abitano due epoche diverse: la prima, vestita in abiti moderni, è a noi contemporanea; l’altra invece, vestita alla maniera rinascimentale inglese, appartiene a un lontano passato. Insolita la scena: una grande pagina bianca o una tela da pittore se vogliamo, sulla quale via via vengono impresse le parole e le immagini che i versi cantati e recitati suggeriscono. Pochi elementi come sedie ammassate in un angolo, sgabelli e panche sui quali far riposare i pensieri, completano la scena. Questo spazio diventa il luogo dove viene combattuta la guerra che il titolo suggerisce, ma è uno spazio mentale, intimo, una “stanza dell’immaginario”, come la definisce il regista Daniele Salvo. Il campo di battaglia sono allora la memoria e l’esperienza: solo chi ha provato l’amore, con i suoi picchi e le sue delusioni, può comprendere ciò che si rappresenta e affrontare questo viaggio. Una mente immatura e giovane non può cogliere il dramma di questo conflitto contro il tempo, il quale trascorre inesorabile e veloce, trascinando via con sé la bellezza e la novità. L’unica arma per combattere e vincere questo nemico è la procreazione, il generare una creatura e poi altre ancora, alle quali consegnare questa bellezza. Il tempo porta alla morte, ma la morte si contrasta con l’eternità del pensiero che si può imprimere solo nelle parole. Lo spettacolo diventa così un omaggio alla capacità esclusivamente umana di comunicare l’immortalità attraverso la poesia, sia fissata e strutturata in un sonetto sia codificata in uno spartito musicale. Incantevole l’interpretazione di Manuela Kustermann nei panni della poetessa rinascimentale, che con la sua voce e la sua grazia è capace di accompagnare la mente verso le zone più profonde del pensiero; straordinaria e intensa Melania Giglio nei panni della donna contemporanea, capace invece di dare nuova interpretazione e colore a brani famosi di altrettanti famosi cantautori pop-rock della scena internazionale (Peter Gabriel, David Bowie, Cat Stevens per citarne alcuni). Dichiaro guerra al tempo sarà in scena fino a domenica prossima; consigliato a chi vuole concedersi un momento di riflessione e di buon ascolto.
data di pubblicazione:16/05/2018
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