Il film racconta la storia di Walter (Lorenzo Menichelli) e dell’estate più incredibile della sua vita. La scuola è finita e Walter ha appena perso suo padre Antonio (Claudio Santamaria). Vive con la madre Rita (Virginia Raffaele) in un quartiere popolare di Roma e, improvvisamente, la sua esistenza si ritrova sospesa in una sorta di limbo, in bilico tra un mondo ancora infantile e quello dell’adulto che vorrebbe essere.
I produttori sono gli stessi di Lo Chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out (entrambe le pellicole per la regia di Gabriele Mainetti), precursori di questo nuovo filone di cinema italiano dalle tinte noir e dall’ambizione internazionale, lontano dal solito clichet dei film italiani basati sulla famiglia.
Tutto gira intorno a un “luogo non luogo”, in cui il piccolo Walter incappa, affascinante e misterioso e che cattura la sua attenzione: una villa abbandonata con una gigantesca e torbida piscina, con un altro adolescente, Carlo (Stefano Rosci), che se ne è autoproclamato custode.
Inizierà così un viaggio di vera e propria formazione, segnato dalla presenza di uno squalo, simbolo di potere all’interno della piscina, ma anche da un’amicizia formativa nel segno della libertà, da ricordi e presenze che prendono vita e da una dimensione fanciullesca da recuperare.
Il risultato è una fiaba drammatica, cruda, ma anche avventurosa, spericolata, a tratti divertente, perfetta metafora di un’infanzia interrotta da un trauma familiare, con tutti i relativi problemi che portano ad un’adolescenza che si affaccia prepotente.
C’è sì un ragazzino che vuole crescere in fretta ma che capisce anche di dover fare pace con il proprio passato, riavvicinandosi alla madre e risolvendo il conflitto con la figura paterna, in tutto quello che può definirsi come un “trovare il proprio posto nel mondo”, proiettandosi in una dimensione di scoperte e di nuove consapevolezze.
Menzione speciale meritano gli effetti visivi che rendono lo squalo realistico e d’impatto.
data di pubblicazione:07/06/2023
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