con Paolo Pierobon, Giovanni Crippa, Emiliano Masala, Livia Rossi, Francesco Maruccia, regia di Carmelo Rifici, scene di Daniele Spanò, costumi di Margherita Baldoni, luci di Gianni Staropoli, musiche di Federica Furlani. Produzione Teatro Stabile di Bolzano, La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello, Centro Servizi Culturali, Santa Chiara di Trento
(Teatro Vascello – Roma 19/24 marzo 2024)
Rigorosa rievocazione di una personaggio centrale nell’Italia del dopoguerra. Didattica, didascalica ma anche superbamente incisiva nel dimostrare la cronica dipendenza dagli Stati Uniti nei pregnanti dialoghi con un ambasciatore.
Il teatro ha molte strade e tante risonanze. E quando imbocca un sentiero difficile se ne assume le conseguenze. Dunque la scelta di un personaggio apparentemente dimenticato sembra infilare la scena in un difficile senso unico. Invece la cattura del senso storico, la puntuale ricostruzione dei discorsi del politico che andava negli Stati Uniti chiedendo la carità dei finanziamenti per la palingenesi italiana ha toni accorati quanto convincenti. Certo, molto è affidato alla capacità mimetica di un Pierobon capace di riprodurre fedelmente la vena cattolica di De Gasperi e il suo tentativo di indipendenza dai vincitori della guerra. Con il non sibillino riferimento alla politica petrolifera di Mattei, alla difficile dicotomia con il Partito Comunista, alla cronica avversione per i rossi e la loro utopia. Fanno da simbolo le bandiere in campo. Il bianco dei democristiani, il rosso di quelli che allora venivano chiamati bolscevichi per sottolineare malignamente la dipendenza da Mosca. Lo spettacolo dimostra eloquentemente il fallimento più che di una nazione (l’Italia) quello del progetto Europa, ventilato con tante speranze alle metà degli anni ’50, in parte spezzato dalla scomparsa dello statista di cui si parla. Una partita a bocce con un ragazzo di Matera riconduce il dibattito in termini semplici e lineari rimandando alla volontà di un popolo spesso dimenticato. Il sogno del vecchio continente oggi non è pi quello di De Gasperi e Adenauer.
data di pubblicazione:20/03/2024
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