DANTE di Pupi Avati, 2022

28 Set 2022 | Accredito Cinema, Novità

Dante Alighieri, esiliato e umiliato dalla sua Firenze, muore a Ravenna nel 1321. Trent’anni dopo Giovanni Boccaccio, studioso dell’opera dantesca, riceve, per conto e per ordine della Compagnia di Orsanmichele, un incarico singolare: andare nel convento dove risiede la figlia del Sommo Poeta, divenuta monaca con il nome di suor Beatrice, e consegnarle un risarcimento in denaro per l’esilio ingiustamente subito da suo padre. Per Boccaccio sarà un viaggio faticoso, ma che gli consentirà di ricostruire i momenti più importanti della vita dell’Alighieri.

 

 

Dopo che è passato pressoché in sordina l’anniversario per i settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, Pupi Avati sente quasi il dovere morale di avverare un sogno ambizioso che teneva nel cassetto da diversi anni. Prima di lui nessun cineasta aveva osato rappresentare Dante né tantomeno la Divina Commedia, universalmente riconosciuta come la massima opera della letteratura mondiale, ma il regista bolognese ci riesce e realizza un piccolo capolavoro, dando prova di grande maestria e di estrema sensibilità artistica. Raccontare della vita di Dante, del suo impegno politico a fianco dei guelfi bianchi e del suo sconfinato amore verso Beatrice non era impresa facile, si rischiava infatti di realizzare qualcosa di estremamente melenso o eccessivamente didascalico e verboso. Avati sceglie il giusto equilibrio con l’inserimento, al momento giusto della narrazione, di citazioni poetiche, ma anche il silenzio fa la sua parte. Dante e Beatrice non si parlano mai e i loro rari incontri sono fatti di sguardi, le parole qui sembrano eccessive, quasi elemento ingombrante che possa persino disturbare l’amore tra i due giovani. Il soggetto narrante è affidato alla figura di Boccaccio (Sergio Castellitto) egregiamente inserito in quel momento proprio del Medioevo volto all’apertura verso nuove conoscenze ma anche considerato come periodo bellicoso e buio. Il regista ci porta in un mondo fatto di arte e di religiosità e sembra soffermarsi sugli affreschi delle chiese di quel tempo dove erano le stesse immagini che parlano una lingua diversa, a volte aristocratica a volte sostanzialmente povera. Un universo sporco e maleodorante ma dove si ha conferma, proprio nella figura di Dante, come il tormento e il dolore possano elevare l’essere umano ad un livello superiore, quasi divino. Alessandro Sperduti e Carlotta Gamba, rispettivamente nel ruolo di Dante giovane e di Beatrice, recitano in maniera convincente e ci inducono a riconsiderare il pessimo approccio che ognuno di noi aveva avuto a scuola in quanto costretti ad imparare a memoria quelle terzine di endecasillabi, tanto odiose quanto incomprensibili in quella lingua volgare fiorentina. Grazie a questo film possiamo riscoprire l’umanità di un genio assoluto, con la fragilità di un giovane che rimane tale per sempre anche se possiamo immaginarlo “nel mezzo del cammin di nostra vita”. Ottima la fotografia firmata Cesare Bastelli e i costumi curati da Andrea Sorrentino che hanno contribuito alla realizzazione di un film compiuto, che si lascia seguire bene e che probabilmente ci farà dimenticare quel Dante scolastico, di cui tutti noi abbiamo triste ricordo.

data di pubblicazione:28/09/2022


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