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DANTE di Alessandro Barbero – ED. Laterza, 2020

Ci si dimentichi del Barbero facile divulgatore e magistrale leader nei podcast a fronte di un’affabulazione ineccepibile e dati da hit parade. Quello su Dante, commissionato da Laterza e non scaturito per libera ispirazione, è un libro dotto, nozionistico, difficile perché intasato da dubbi archivistici che l’autore rappresenta ed elenca con chiarezza storicistica. Sul sommo Poeta sappiamo poco. A che età si è sposato? Dov’era esattamente nel 1306? Quanto stimava Cangrande della Scala, quanta nobiltà c’era nella sua famiglia? E, al contrario, quanta ricchezza? Quanto fosse integralmente guelfo e non piuttosto, per convenienza ghibellino e, addirittura, secondo il Foscolo “ghibellin fuggiasco”? Come lettori usciamo sbalorditi da questa lettura arrampicandoci come su un Everest bibliografico su note che assorbono un terzo del volume, esattamente per 88 pagine. Eppure questo è un libro che campeggia in classifica, forse perché gli estimatori di Barbero non sanno quello a cui sono andati incontro con l’acquisto del prezioso volume che si aggiunge a una storiografia già ricca ma con ricerche minuziose e un approccio che non è il solito convincente, lineare e pragmatico ma piuttosto enigmatico e ricco di contraddizioni. C’è il Dante uomo e non il Dante poeta. E noi usciamo dalla lettura con uno sguardo diverso anche sull’artista, figlio del suo tempo ma umorale, combattuto e anche pieno di difetti perché la coerenza politica certo non era il suo forte. La speranza di poter tornare a Firenze domina la sua maturità e gli fa commettere vari errori. Umano troppo umano il Dante che confida nel demiurgo, alternativamente nel Papa o in un Principe straniero, per riapprodare nella sua città, venendo immancabilmente deluso dalle circostanze. Ben altro cosa dal Dante commerciante o dal Dante amoroso. Il vagabondaggio per l’Italia in cerca di mecenati e di un sicuro approdo è un pezzo importante di questa avventura umana. Dal mezzo del cammin di sua vita alla morte in cerca di un approdo, un riparo, di una certezza. Che non arriverà mai, contribuendo, indirettamente, al parto della Divina Commedia.

data di pubblicazione:09/05/2021

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