Josh e Iris si incontrano per la prima volta al supermercato in maniera del tutto casuale. Dopo il primo sguardo, capiscono che la loro sarà un’intesa perfetta. Durante un weekend nella splendida villa di proprietà di Sergey, un tycoon russo, la coppia insieme ad altri amici avrà presto sgradevoli sorprese. Iris è stata molestata con forza dal padrone di casa e ha reagito violentemente svelando la sua vera natura…
Primo lungometraggio di Drew Hancock che, dopo varie esperienze cinematografiche per il piccolo schermo, approda ora al cinema con una storia affascinante e coinvolgente. Si ha difficoltà a dare un’etichetta a questa commedia così carica di significati più o meno allegorici. Un horror a tinte cupe, pieno di colpi di scena e con un pizzico di fantasy. Senza volersi a tutti costi soffermare sulla natura del film, bisognerà allora andare a svelare quali messaggi il regista intende trasmettere al pubblico in sala. Josh (Jack Quaid), man mano che la storia prende piede, manifesta una natura debole, incapace di affermazione e anche poco originale nelle sue scelte esistenziali. Per compensare le sue carenze affettive sceglie Iris (Sophie Thatcher) come companion (compagna) un essere che solo apparentemente è di carne e ossa. Nella sostanza è frutto di una tecnologia avanzata, un soggetto che si può programmare a proprio piacimento. La storia è ambientata in un futuro più o meno distopico dove può accadere l’inimmaginabile ma che praticamente intende dimostrare i fallimenti della società. Se Sergey (Rupert Friend) è riuscito ad accumulare ricchezze con i suoi traffici illeciti, non dimostra di fatto alcuna padronanza nel gestire la propria vita. Josh con i suoi enormi complessi di inferiorità, emotiva e sessuale, non è da meno. Gli unici che salvano il genere maschile dalla catastrofe sono Patrick e Eli, una coppia gay ben affiatata ma che nasconde una grossa verità. Companion ha una sceneggiatura che cura molto le situazioni imprevedibili e che non pretende di voler analizzare in profondità la psiche dei personaggi. Del resto non se ne ravvisa la necessità. Lo spettatore dovrà lasciarsi andare per affrontare una storia che ha comunque dei risvolti piacevoli e soprattutto risulta girata con grande professionalità. Sembra che il regista si compiaccia nel dimostrare l’inutilità del maschio, in quanto tale, negli stereotipi di oggi. Suggerisce invece l’opportunità di lasciare alle donne il potere decisionale, qualunque sia la loro vera natura.
data di pubblicazione:29/01/2025
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