I valori della tolleranza e della contaminazione alla prova dell’incontro-scontro tra il centro della città e la sua periferia, con gli immancabili stereotipi e le eterne verità.
Giovanni (Antonio Albanese), collabora con il suo think tank a progetti destinati a migliorare le condizioni delle aree più disagiate nei grossi centri urbani e si fa carico di proporre a Bruxelles tali istanze. A principi ispirati alla tolleranza e alla “contaminazione” fra le diverse classi ed etnie, ha impostato la sua vita e quella della sua unica figlia. Quando la sua bambina di tredici anni inizia una relazione con un coetaneo che vive nella malfamata realtà di Bastogi, un ghetto alla periferia della Capitale, è allora che cominciano a traballare le sue convinzioni. Ancora di più, dopo il primo incontro con Monica, la madre del ragazzetto (una Paola Cortellesi vivacemente “coatta” e combattiva). Al primo scontro-incontro, i due genitori, seppure con differenti approcci, convengono che i loro figli potrebbero subire un pericoloso contraccolpo da tale improbabile infatuazione destinata a finire “come un gatto in tangenziale“, e iniziano a pedinare i figli. Fra alterne vicende, scopriranno che in fondo non sono poi così diversi e che qualche forma di integrazione- attrazione è sempre possibile anche fra gli opposti.
Riccardo Milani, che già aveva sperimentato la coppia Albanese-Cortellesi (Mamma o Papà) sviluppa insieme alla stessa Cortellesi, a GiuliaCalenda e Furio Andreotti, co-sceneggiatori, una trama non particolarmente originale che consente di raccontare due volti molto diversi di Roma e della sua gente: una intellettuale, borghese, in fondo ipocrita e una fin troppo “borgatara”. Senza scendere a livello dei film natalizi autoctoni, Come un gatto in tangenziale, rimane una commediola, moderatamente divertente con qualche intento sociale vanificato dal macchiettismo dei personaggi. Mantiene un suo minimo decoro grazie alle buone interpretazioni di Paola Cortellesi in un ruolo che ne esalta le doti di attrice brillante e di Antonio Albanese, sobrio e convincente nei panni dell’intellettuale in crisi fra “pensiero e realtà”.
Fra i co-protagonisti nella divertente e colorita fauna di Bastogi troviamo le gemelle, Alessandra e Valentina Giudicessa, nei panni delle sorellastre di Monica, Pamela e Suellen, irresistibili nel ruolo di ladre “compulsive”, Claudio Amendola, truce, quanto basta, la sempre impeccabile, Sonia Bergamasco, madre snob-sessantottina, e naturalmente i due ragazzi, Agnese (Alice Maselli) e Alessio (Simone De Bianchi).
Nel complesso, non indimenticabile, ma moderatamente godibile.
data di pubblicazione: 30/12/2017
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Condivido parzialmente il giudizio sul film, in quanto ritengo sia una operazione più che godibile quella di Milani, dopo il flop di Mamma o Papà. Albanese è bravissimo nei panni dell’intellettuale che difende aspramente le sue convinzioni sino a quando rimangono sospese nell’ambito della pura teoria per poi entrare nel panico quando la realtà supera l’immaginazione, senza tuttavia lasciarsi quasi mai tentare nell’inserire “camei” dei suoi innumerevoli personaggi, rimanendo fedele al ruolo di Giovanni che gli calza perfettamente addosso. Trovo Sonia Bergamasco sublime in quel ruolo così irritante, mentre un po’ troppo macchietta la Cortellesi anche se decisamente funzionale per la contrapposizione di questi due mondi agli antipodi.
Una commedia divertente e ben riuscita, come difficilmente se ne vedono in giro, soprattutto perché … made in Italy!