(ROME FILM FEST, 18/29 Ottobre 2023)
Antonio, ex operaio di un cantiere nautico, conduce una vita mite e tranquilla: gioca e partecipa a tornei di bocce con gli amici, si prende cura della madre anziana con la quale convive da quando si è separato dalla moglie con cui tuttavia è in ottimi rapporti, anche per amore della loro unica figlia Emilia, alla quale Antonio è legatissimo. Quando Emilia un giorno gli annuncia che ha deciso di sposarsi, la sua gioia di padre è colma perché può finalmente coronare il sogno di regalarle il ricevimento di nozze, nozze sulle quali, sin da quando era bambina, fantasticavano insieme come fosse un gioco. Ma la banca, di cui è da sempre cliente ed alla quale ha affidato i risparmi di una intera vita di lavoro, sembra però nascondere qualcosa e il suo sogno ben presto si trasformerà in un brutto incubo.
Il titolo Cento domeniche è già fortemente simbolico: sono quelle che, ad un suo amico operaio, sono più o meno servite per costruirsi la casa dove vivere con la propria famiglia, lavorando la domenica appunto, mattone su mattone, centesimo dopo centesimo, dopo una intera settimana di lavoro in cantiere. Il riferimento è a tutti quei lavoratori onesti, che dopo anni di risparmi, hanno perso tutto nei vari crack bancari verificatisi in Italia negli ultimi vent’anni. Antonio Albanese, nel suo quinto film da regista, racconta il tutto con grande maestria, sia registica che interpretativa, memore del suo passato da operaio, come da lui stesso raccontato in conferenza stampa.
Se nel film precedente, Contromano, affrontava in modo ironico il tema dell’immigrazione, in Cento domeniche riprende un tema per lui cruciale, il lavoro, argomento che già aveva esplorato nei suoi personaggi a teatro e nei vari film da attore. Il film, volutamente girato a Olginate in provincia di Lecco, è significativo anche nella scelta della suddetta location, zona di origine di Albanese. È un’opera di cui si sente oggi più che mai necessariamente il bisogno, un film di denuncia sociale alla Ken Loach, non propriamente riferito al sistema delle banche, quanto piuttosto alle singole persone che hanno infettato quel sistema, gente malvagia che ha distrutto vite e comunità intere. L’empatia naturale che scatta verso il suo personaggio è totale, riflette lo stato d’animo profondo che molte persone hanno vissuto sulla propria pelle, molte delle quali (da interviste e ricerche effettuate dallo stesso regista) si sentivano in colpa e pieni di vergogna, nonostante fossero vittime di persone senza scrupolo.
La storia è una storia immensa, di una crudeltà incredibile, che racconta un tema molto delicato, trattato con umanità e onestà; racconta anche di come un dramma da collettivo possa diventare individuale ed Albanese ci riesce in modo straordinariamente convincente, descrivendo l’abissale solitudine e disperazione in cui vittime come Antonio si sono venute a trovare dall’oggi al domani.
data di pubblicazione:25/10/2023
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