(Teatro Belli – Roma, 10/22 gennaio 2017)
“Un bando europeo da assegnare. Una regista teatrale da aiutare. Un’improvvida soluzione tutta da gustare.”
Silenzioso tramestio. Rumoroso vociare. Un gesto invita a far presto. Lo spettacolo deve iniziare.
Arriva trafelato, facendosi largo tra il pubblico, il terzo componente della Banda dell’Uku. Ma non sono loro a dover andare in scena; sono lì perché il barista del Teatro gli ha concesso uno stretto angolo di tempo per poter provare.
Accade però un imprevisto: il protagonista dello spettacolo non può recitare, a causa di un volo cancellato. E allora il verace barista prende in mano la situazione e si propone alla regista come sostituto, unendo alla sua prestazione quella della banda.
Ne nasce uno spettacolo spiritoso e leggero, dove si è intrattenuti dalle battute dell’energico Fabio Avaro e dalle canzoni pizzicanti del trio, che si cimentano, tra l’altro, in una riuscita rivisitazione del celeberrimo sketch di Monty Python: la partita di filosofia.
Il testo di Vanina Marini ha diversi punti deboli, suturati faticosamente dalle scene comiche. La prima parte, in cui il barista tenta di convincere la regista, non procede con speditezza; meglio invece la seconda, dove si entra nel cuore dello spettacolo.
L’interpretazione di Fabio Avaro è interamente in dialetto romano: per chi ama il genere, senza ombra di dubbio apprezzerà il suo vigoroso personaggio. Opaca, al contrario, la prova di Vanina Marini, impegnata in un ruolo non agevole.
Cala il purpureo sipario. Le luci si spengono. Lo spettacolo si è concluso. “Ma si riparte sempre”.
data di pubblicazione:15/01/2017
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