La Festa del Cinema di Roma proiettando in anteprima pochi giorni fa il breve documentario prodotto da Rai Movie Fellini e Simenon di Giovanna Ventura sull’amicizia dei due grandi del Cinema e della Letteratura, offre agli appassionati dell’uno o dell’altro l’opportunità di andare a rileggersi o ad acquistare il libricino prontamente ristampato da Adelphi e rimesso in libreria proprio per l’occasione.
Si tratta del breve carteggio intercorso fra i due artisti dal 1969 al 1989 anno di morte di Simenon. L’amicizia, o meglio, il legame culturale ed umano fra i due autori era in effetti nato già in occasione del Festival di Cannes 1960 quando Simenon, presidente della giuria, consegnò la palma d’oro a Fellini per la sua Dolce Vita. A prima vista nulla può apparire più antitetico dei due personaggi, perché nulla dei loro metodi e della loro produzione sembra apparentemente mostrare elementi di somiglianza; tanto il regista è onirico, effervescente, barocco e surreale, tanto lo scrittore è invece metodico, minimalista, organizzato ed austero. Come nacque allora il rapporto fra due artisti così diversi?
Leggendo le pagine di questa breve ma interessante raccolta epistolare si potrà comprendere che pur diversi come produzione, i due erano simili come uomini, Simili erano infatti le loro affinità psicologiche e spirituali. Entrambi erano soggetti a ricorrenti momenti di depressione, erano ossessionati dai ricordi d’infanzia, dal mondo circense, dall’immagine femminile e dalle stesse dinamiche creative caratterizzate ora da momenti di alta ispirazione ed ora da blocchi assoluti.
E’ Simenon che con acume particolare coglie il senso vero della filmografia di Fellini, lo compara con se stesso, affermando che entrambi indagano sull’essenza dell’essere umano e sulla capacità di cogliere una speranza nella rappresentazione della fallacità delle azioni e dei progetti umani. Uno opera con le parole, l’altro con le immagini. Ambedue risultano affascinati dai misteri della psiche ed interessati alla psicanalisi di Jung e quindi convinti della forte influenza del subconscio sulla loro produzione artistica e sui loro impulsi.
Il libretto è una vera opportunità, rapida e scorrevole di entrare nel mondo e nel privato di due personalità sensibili e curiose. Un’opportunità per gli appassionati di Simenon per scoprire l’uomo e le sue motivazioni artistiche e, con l’occasione, svelare anche l’uomo Fellini. Scopriremo un Simenon di 17 anni più anziano del regista che assume il ruolo di fratello maggiore pronto a trasmettere incoraggiamenti, esperienza e saggezza.
Non si tratta certamente di un capolavoro della letteratura epistolare, ma, ciò non di meno, il libretto è un documento interessantissimo, testimonianza sincera della reciproca stima professionale ed umana fra due sommi artisti che si articola fra rispetto, pudore di sentimenti, fratellanza umana e complicità. La singolarità è che i due pur impegnandosi a volersi incontrare ad ogni possibile occasione, nella realtà dei fatti in 20 anni si videro ben pochissime volte.
data di pubblicazione:10/11/2021
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